Elisoccorso alpino, dubbi sul ticket per chi non è ferito Alimonta: penalizzati gli escursionisti più prudenti

di Patrizia Todesco

Sono raddoppiate, rispetto allo scorso anno, le richieste di compartecipazione alla spesa inoltrate dall’Azienda sanitaria a escursionisti impauriti, incrodati, sfiniti o non attrezzati che, anche se incolumi, hanno chiesto l’intervento dell’elicottero per essere portati a valle.

Mentre nel 2014 le richieste di pagamento dei 750 euro previsti per il soccorso effettuato a persone in pericolo o presunto tale ma incolumi sono state 19 su 1.537 missioni di elisoccorso, nel primo semestre del 2015 le richieste di compartecipazione sono state 20 su 823 soccorsi. Piccoli numeri rispetto alla grande mole di lavoro dell’equipe chiamata ogni giorno a ad intervenire su emergenze dove sono richiesti tempi rapidi di spostamento.

In Provincia di Trento la partecipazione alla spesa a carico degli utenti per i soccorsi effettuati con l’elicottero è di 35,15 euro quando il soccorso è seguito dal trasporto del paziente in ospedale, cosa che avviene nella stragrande maggioranza dei casi. L’importo lievita appunto a 750 euro, invece, quando la persona trasportata a valle è incolume.

«Sono scettico su questo sistema - ammette il capo del soccorso alpino, Adriano Alimonta - nel senso che non sono certo che sia questa la soluzione per diminuire la quantità di soccorsi con l’elicottero. Vengono chiesti 750 euro a un limitatissimo numero di persone: sembra più un castigo, una decisione presa di pancia».

Alimonta prova a far vedere la cosa da un altro punto di vista.

«Di imprudenti sono piene le montagne - ammette - ma non è detto che le persone che vengono soccorse incolumi lo siano realmente e non vorrei che alcune persone, per non dover pagare, rischiassero più del dovuto. Tanti imprudenti finiscono in fondo alle pareti. L’elicottero va a recuperarli e non chiede niente. Poi se uno, perché più prudente, chiama prima e chiede aiuto allora viene penalizzato e gli si chiede di pagare. Io non sono contrario di principio, ma sono in difficoltà a credere che questa sia la strada giusta.

Andare a prendere una persona incolume a volte è semplicemente andare a recuperare qualcuno che si è fermato in tempo. Credo che invece si dovrebbe fare un ragionamento più ampio, capire se c’è da far contribuire tutti alla spesa».

Per Alimonta non bisogna necessariamente essere sprovveduti o incoscienti per farsi venire a prendere dall’elicottero.«In montagna succede di tutto. Se un giorno un sasso mi tagliasse la corda, cosa faccio? O sto fermo e mi faccio venire a prendere pagando 750 euro, oppure potrei rischiare la vita e andare avanti senza corde. Se vado a finire in fondo mi recuperano a costo zero, se vengono a prendermi sano pago 750 euro. Non mi sembra la soluzione ottimale».

Il Trentino non è l’unica realtà italiana dove viene chiesta una compartecipazione. Proprio ieril’argomento era all’ordine del giorno della giunta regionale della Lombardia dove il tariffario per alpinisti incolumi  prevede una compartecipazione,  per uno di soccorso «avanzato» (ambulanza con medico e infermiere), di 115 euro all’ora con un tetto massimo di compartecipazione di 780 euro.

Ticket già previsto in Valle d’Aosta dove il servizio è gratuito in caso di emergenza sanitaria mentre è di 800 euro in caso di intervento dell’elicottero per escursionista bloccato o non attrezzato. Ticket di 100 euro e 74,80 euro a minuto in caso di chiamate totalmente immotivate.

Infine la realtà Veneto dove in caso di feriti lievi o illesi si arriva ad un contributo massimo richiesto di 7.500 euro (25 euro al minuto se il paziente è grave, che diventano 90 euro se ha ferite lievi o risulta illeso).

comments powered by Disqus