Guai per la Impresub di Giambattista Coradello Sequestrati villa e beni per 11 milioni di euro

di Francesco Terreri

Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, sulla base del decreto emesso dal Giudice per le indagini preliminari (Gip) Marco La Ganga, ha sequestrato beni immobili e mobili e conti correnti per un totale di circa 11 milioni di euro a Giambattista Coradello, in qualità di titolare della Idmc, la Impresub Diving and Marine Contractor, ai suoi familiari in qualità di soci dell’azienda e a Lionello Conci, amministratore di una società estera di Impresub. L’accusa è di evasione fiscale attraverso la cosiddetta «esterovestizione», l’utilizzo di società estere, alcune nei paradisi fiscali, per non pagare tutte le imposte dovute.

I beni sottoposti a sequestro preventivo per equivalente, cioè per una somma analoga al totale delle imposte che si ritengono evase, comprendono prima di tutto la grande villa di Coradello a Villamontagna, che insieme alle aree verdi sequestrate a Civezzano, vale oltre 9 milioni di euro. Ma nel mirino della procura e delle Fiamme Gialle sono finiti anche i conti correnti intestati alla Impresub, per 1 milione 246 mila euro, e quelli dei singoli soci dell’azienda.
Impresub è una società e un gruppo internazionale di tutto rilievo. Specializzata in lavori e sistemi di rilevazione subacquea, nel 2014 ha ottenuto un fatturato consolidato di 48 milioni di euro, 10 in più dell’anno precedente. L’azienda lavora soprattutto all’estero e, in modo particolare, nei Paesi arabi e del Mediterraneo, avendo come clienti, tra gli altri, il gruppo Eni e altri colossi del settore petrolifero.

Ma il gruppo guidato da Coradello ha una rete di imprese controllate all’estero ed è in questo network che il pm Rosalia Affinito ritiene che si siano sviluppate le attività di elusione e evasione delle imposte. Impresub controlla, tra le altre, Impresub International Llc, con sede in Egitto, Idmc Overseas Fze, con sede negli Emirati Arabi Uniti, Impresub Libya, controllata dalla società egiziana, e altre aziende in Messico e Venezuela.
Secondo l’accusa, Coradello e Conci tra il 2007 e il 2010 omettevano di presentare la dichiarazione dei redditi della Impresub International Llc, che ha sì sede legale in Egitto ma sede amministrativa e fiscale a Trento e quindi dovrebbe essere sottoposta al fisco italiano. Nel 2007 la Impresub egiziana avrebbe ottenuto un utile netto di 11,2 milioni e quindi non sarebbero state pagate in Italia imposte per 3,7 milioni. L’anno dopo l’utile è stato di 16,5 milioni e le tasse che si ritengono evase ammonterebbero a 4,5 milioni. Nel 2009 l’evasione sarebbe ammontata a 708 mila euro e nel 2010 a 164 mila euro.

Stessa dinamica avrebbe caratterizzato la Idmc Overseas degli Emirati. Inoltre, sempre secondo la procura, Impresub avrebbe indicato nella dichiarazione annuale del 2008 «elementi passivi fittizi», cioè costi non inerenti relativi soprattutto alla società libica. Ma un’altra parte delle tasse non pagate dipenderebbe dall’utilizzo di «società schermo» offshore in Paesi della «black list», cioè in paradisi fiscali non collaborativi come l’isola di Jersey nel canale della Manica (società Sls Limited) e le Isole Vergini Britanniche (società Geninvest Worldwide Limited).

Nel caso in specie, quindi, secondo la procura e la Guardia di Finanza, ricorre un tipico caso di esterovestizione tramite società offshore. Naturalmente siamo ancora nella fase delle indagini preliminari e le accuse sono tutte da provare.

L'azienda respinge tutte le accuse.

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