L'Imam «Moschea a Trento? Non è una priorità A noi interessa la libertà religiosa»

di Giuseppe Fin

«Realizzare una moschea non è tra le nostre priorità. Ci interessa la libertà religiosa». Dopo le battaglie portate avanti in passato, arrivando fino alle vie legali e creando anche nel contempo un vero e proprio caso politico, ieri l'imam trentino Aboulkeir Breigheche, al PalaTrento, nel corso dello «Id al-fitr», la festa di fine Ramadan e cioè la conclusione del mese di digiuno osservato dai musulmani, a sorpresa ha fatto capire che le priorità oggi sono diverse e la realizzazione di una moschea può attendere.

«La moschea non ci interessa con cupola e minareto - ha affermato - ma vogliamo avere la possibilità di esprimere il nostro credo. Detto questo una moschea non può essere negata perché è un diritto e una necessità ma ci sono dei tempi da rispettare. Ci interessa far capire che le persone che vogliono proibire e vietare i luoghi di culto devono comprendere che questi luoghi sono come la scuola o come l'industria. Non si può fare a meno di un luogo dove ogni cittadino esprime la propria spiritualità. Noi adesso stiamo bene dove siamo, svolgiamo la nostra attività didattica e culturale, di socializzazione e in parte anche quella religiosa». Il riferimento fatto dall'Imam è la sede che ora si trova in via Soprasasso e che ormai da alcuni anni la comunità islamica utilizza per la propria attività. Una comunità che con il tempo è cresciuta arrivando oggi a circa venti mila persone.

L'imam ieri ha sottolineato come in Trentino non ci siano problemi legati alla «libertà». «In Trentino, a differenza magari di altri posti - ha affermato - la libertà c'è, ed è assicurata. I musulmani vivono bene, sono ben accettati, nello stesso tempo hanno saputo portare avanti un'interazione positiva per tutti». Una comunità che oggi è parte integrante della società trentina. Ed è proprio a quest'ultima che ieri l'imam Breigheche, nel corso della festa di fine Ramadan, si è rivolto. «Oggi - ha spiegato - i musulmani con tutte le loro particolarità e le loro specificità possono benissimo integrarsi e vivere da cittadini trentini a tutti gli effetti». Nessun problema poi per quanto riguarda il pericolo di estremismi e quindi di rapporti con il Trentino. «La gente trentina - ha affermato - avendo visto, vissuto e toccato con le proprie mani la realtà di questa comunità, hanno capito che sono persone contro ogni forma di estremismo e di violenza. La gente ci conosce e non ha alcun genere di timore».

Proprio in occasione della fine del mese di Ramadan, anche quest'anno gli Uffici diocesani per il dialogo ecumenico e interreligioso hanno inviato un saluto, firmato dai responsabili don Andrea Decarli e Alessandro Martinelli, perché «non possono esserci altre strade se non quelle due vie che la nostra fede ci indica: la via della conversione e la via della comunione».

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