La salma di Oskar Piazza è tornata a casa: ieri sera il ricordo al Nucleo elicotteri

di Leonardo Pontalti

Dolce, ma allo stesso tempo lacerante. Quella carezza che Luisa Zappini voleva dare da giorni al suo amato Oskar, ieri non ha potuto che portare con sé più dolore che sollievo, perché «è vero quello che tante volte si dice tanto per dire: finché non vedi, non ci credi».

La salma di Oskar Piazza a Trento (Foto Paolo Pedrotti)

GUARDA LA PHOTOGALLERY

La salma di Oskar Piazza, il 55enne tecnico del Soccorso alpino trentino, vicepresidente della Scuola nazionale forre del Soccorso alpino ma soprattutto grande innamorato di quel Nepal in cui ha perso la vita dopo il sisma che il 25 aprile scorso ha colpito il paese ai piedi dell’Himalaya, è arrivata ieri sera in Italia. Poco dopo le 19, nella stiva di un volo di linea giunto da Kathmandu via Doha.

«Finché non vedi, non ci credi»: e ieri tutti i cari di Oskar Piazza, i suoi familiari e quelli della sua compagna, non hanno potuto che rassegnarsi ad una realtà a cui tutti avevano cercato di abituarsi, in questi giorni, ma che in quel capannone nella campagna del Varesotto è piombata loro addosso violenta: Oskar era lì davanti a loro, morto. Svanito anche quel minimo, irrazionale, barlume di luce che, senza altro sostegno se non l’assenza di elementi concreti, la mente continua a coltivare anche nel buio più fitto.

Un momento durissimo, lenito dall’affetto dei tanti amici che, proprio ieri sera, si sono radunati a Malpensa per accogliere i loro amici. Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli, la 50enne marchigiana medico del «Lancisi» di Ancona e istruttrice della Scuola medici del Soccorso alpino . Tanti membri della grande famiglia del Soccorso alpino che hanno voluto stringersi ai familiari di Oskar e Gigliola nel momento più terribile.

Poi, le strade di Piazza e Mancinelli si sono divise: lei diretta a sud, nelle sue Marche, lui verso l’A4 e poi su, nel suo Trentino. Dove è giunto in tarda serata: non subito nella sua Mori ma - prima - più su, a Mattarello. Ad accoglierlo, al Nucleo elicotteri dei vigili del fuoco permanenti in via Lidorno, gli amici del Soccorso alpino e dell’elisoccorso con cui Piazza aveva trascorso tanto, tantissimo del suo tempo.

Tra di loro non c’era Piergiorgio Rosati, ancora là in Nepal a cercare di fare il possibile nell’aiutare i soccorsi e la popolazione dopo che, venerdì, assieme a Giampaolo Corona e François Cazzanelli, era riuscito a recuperare proprio Oskar, il cui corpo era all’esterno dei resti di una casupola dove altri, vivi, feriti, stavano cercando riparo dopo che Piazza vi aveva trovato la fine.

Ieri sera al Nucleo, tanti dei suoi colleghi ed amici hanno voluto salutare Oskar, prima che la salma venisse trasferita alla cappella del cimitero di Mori dove domani, alle 14.30, verrà celebrato il funerale.
A Mattarello hanno voluto esserci anche il presidente della Provincia Ugo Rossi e l’assessore alla Protezione civile Tiziano Mellarini, che si sono così stretti ai cari e ai familiari di Oskar Piazza e a tutti coloro che erano la sua «altra» famiglia, quella composta dai tanti addetti del soccorso.

comments powered by Disqus