Dall'ex mensa alla questura, spazi pubblici abbandonati

di Redazione Web

La struttura della ex mensa nel parco Santa Chiara, a pochi metri dall’Auditorium e dal Palabocchi, dove nella notte è morto un giovane immigrato, rientra nel novero dei diversi edifici pubblici inutilizzati a Trento.

La ex mensa, utilizzata fino a una quindicina di anni fa, potrebbe diventare un «urban center», luogo di studio e dibattito su come la città cambia, cresce e si trasforma dal punto di vista urbanistico: questa l’idea avanzata dagli Ordini provinciali degli architetti e degli ingegneri. Ci si propone, in collaborazione con il Comune, proprietario dell’immobile, di creare lì quello spazio di studio e di confronto sull’urbanistica, uno spazio di innovazione destinato in particolare ai giovani professionisti e aspiranti tali. Se ne riparlerà, però, dopo il voto per le comunali del 10 maggio.

La vecchia mensa, che essendo dall’esterno ancora decorosa forse non può essere classificata come un «ecomostro» ma che comunque fa parte della lista degli edifici pubblici lasciati al degrado, nei mesi scorsi è stata occupata a più riprese dai collettivi universitari che denunciano lo spreco di risorse rappresentato dai numerosi spazi lasciati vuoti.

Fino a qualche mese al Santa Chiara, negli spazi utilizzati dalla facoltà di Lettere e anche nella vecchia mensa, si pensava di ricavare la nuova sede del liceo artistico Vittoria; poi però la Provincia, che comunque avrebbe finanziato il trasloco solo dopo il 2020, ha deciso di cambiare rotta ipotizzando il trasferimento della scuola nell’edificio ex aziende agrarie a Maso Ginocchio.

Dunque l’ex mensa rimane a disposizione dell’idea migliore, tenendo conto che per rimettere a nuovo l’edificio sarà necessario spendere parecchi soldi.

A proposito di Maso Ginocchio, dietro via Giusti, accanto all’edificio moderno, che ospita il l’Eurobrico, la Trentino School of Management, un’assicurazione e uffici vari, sorge la parte antica, ormai piuttosto malandata e in passato usata come rifugio dai senzatetto. Non è chiaro se anche questa parte rientri nei progetti scolastici o sia destinata ancora a un lungo periodo di abbandono.

Altro edificio pubblico desolatamente vuoto è la vecchia sede della Questura in piazza della Mostra. Collocata in posizione centralissima, accanto al Castello del Buonconsiglio meta dei turisti che visitano la città, è abbandonata dal 2006, quando la polizia si è trasferita in viale Verona, e già all’epoca era in uno stato di conservazione assai precario.
Sui destini dell’immobile, 2.150 metri quadri calpestabili, storicamente utilizzato come scuderie, si sono fatte negli ultimi anni diverse ipotesi: prima sede di un museo archeologico, poi sala espositiva e ingresso al Castello attraverso un tunnel da realizzare sotto via Bernardo Clesio, poi ancora nuova sede dell’archivio provinciale e infine, ultima versione, sede del Museo storico. Ma con la scarsità di fondi a disposizione la Provincia, proprietaria, difficilmente restituirà l’immobile ad un’utilizzo pubblico in tempi rapidi.

Altri edifici pubblici in attesa di sistemazione e riutilizzo in città sono l’ex sede della Cisl in via Santa Croce, a due passi dal centro Santa Chiara, che dopo l’addio del sindacato è stata usata saltuariamente nei mesi invernali come ospizio per i senzatetto; la vecchia succursale della polizia in via Perini; la sede dei Nuvola in via Valsugana, già messa all’asta.

Poi, per tornare a una zona recentemente rimbalzata alla ribalta della cronaca, abbiamo l’ex albergo Ancora, in via Manzoni, già sede dell’Ostello della gioventù, più o meno di fronte all’ex asilo occupato tre settimane fa nel quale ora vengono organizzate varie attività culturali e artistiche.

Lo stabile dell’ex scuola materna era di proprietà dell’ente San Martino onlus e dal 2011 è invece in capo a Patrimonio del Trentino, «braccio» immobiliare della Provincia che lo ha acquisito per un milione e 754 mila euro, con l’obiettivo di farne un centro di aggregazione gestito dall’Appm, l’associazione provinciale per i problemi dei minori che in via Manzoni dovrebbe trovare anche la propria sede.
Il progetto è già stato presentato, l’appalto è pronto ed entro inizio estate si dovrebbe giungere all’aggiudicazione, con la demolizione che dovrebbe essere realtà entro l’anno.

Per quanto riguarda l’ex albergo, si torna alla vendita, mediante asta pubblica, con un secondo bando perché non ha poi avuto seguito quello svoltosi positivamente nel 2009 con l’aggiudicazione alla Omega Iniziative Srl di Milano (per un valore di 3,8 milioni di euro) che voleva realizzare un hotel di lusso a due piani con terrazza vista castello del Buoncosiglio. Dal momento dell’aggiudicazione, però, non era mai stato poi sottoscritto il contratto definitivo di compravendita e dopo un susseguirsi di proroghe, l’amministratore unico della società lombarda è deceduto e l’operazione immobiliare non è mai stata perfezionata.
Ora il mandato è stato restituito al Servizio patrimonio per un nuovo bando per l’edificio di via Manzoni, preso atto del recesso dal precedente contratto di acquisto dell’immobile.

L’ex ostello era uno dei due immobili messi in vendita sul mercato internazionale dal Comune di Trento, il mese scorso, nell’ambito dei Mipim di Cannes, l’evento internazionale per eccellenza per il mercato e le proprietà immobiliari in Europa.

La Provincia era presente con un proprio stand, a cura di Patrimonio del Trentino e Trentino Sviluppo, per promuovere un’offerta integrata con progetti immobiliari pubblici e privati.
Tra questi, anche la proposta di vendita (a circa tre milioni di euro) dell’ex Hotel Ancora di via Manzoni e del palazzo di via Belenzani 54, un tempo sede dell’ufficio tributi e che ora si vuole cedere ai privati. L’anno scorso il consiglio comunale ha modificato la destinazione d’uso proprio nella prospettiva di una collocazione sul mercato con funzioni abitative e la possibilità di realizzarvi uffici.

Fra gli altri spazi da recuperare in città, figura il casino di bersaglio, in corso Buonarroti, che qualche anno fa la compagnia Schützen «Maximilian I» voleva trasformare nella propria sede.
Abbandonato e pericolante, circondato spesso da immondizia, rifugio per disperati, l’edificio è alcentro anche di un’iniziativa a cura di cittadini che abitano nelle vicinanze della vecchia struttura. Lo scorso mese, è nato il nuovo comitato «Per la rinascita dell’ex casino di tiro al bersaglio di Trento» a cui hanno aderito in molti. Una questione aperta da diversi anni e che vede contrapposti alla compagnia degli Schützen cittadini che preferirebber un’altra destinazione di quei locali. Tutti, però, concordano sull’urgenza del recupero e criticano le lungaggini istituzionali.

Un’altra vicenda è quella della ex mensa universitaria di via XXIV maggio, all’angolo con via del Travai, chiusa da due anni e a sua volta occupata nel 2013 da un collettivo, Refresh Lab.
«Noi abbiamo scelto di riappropriarci di uno spazio che era già nostro fondamentalmente, perché era dell’Opera Universitaria. È una ex mensa abbandonata per ragioni che nessuno sa», avevano spiegato i giovani che in quei locali realizzarono un’aula studio autogestita e uno spazio di coworking sociale.

C’è, infine il palazzo che ospitava il centro residenziale e diurno Casa Serena, gestito dall’Anffas, per offrire un servizio destinato a persone affette da grave handicap psicofisico. Il centro da una dozzina d'anni si è trasferito sull'altro lato della strada e del vecchio (e poco funzionale) edificio viene utilizza sostanzialmente una parte del parco, grazie a un accordo con la Provincia, che starebbe lavorando per la vendita del palazzo.

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