Nessuno vuole più fare il benzinaio

di Franco Gottardi

Il lavoro scarseggia anche in Trentino ma evidentemente certi tipi di lavoro non sono più attraenti come un tempo. Tra questi ci dev'essere anche il gestore di distributori di carburante visto che ben tre pompe di benziona, tutte e tre dell'Eni, non trovano più nessuno che se ne occupi. Si tratta del distributore di via Maccani 46 a Trento, di quello posto in corso Verona 121 a Lizzanella di Rovereto e quello di viale Trento 74 a S.Ilario di Rovereto. Tutti e tre sono fermi dalla metà di dicembre per la rinuncia dei precedenti gestori a proseguire nell'attività ma da allora l'Agenzia Delaiti & Tiroil srl, che rappresenta l'Ente nazionale idrocarburi, non è riuscito a reperire altri candidati che vogliano mettersi in gioco. E così la società è stata costretta a rivolgersi alla Provincia per chiedere di allungare la sospensione dell'esercizio dei tre distributori, che era stata fissata fino al 31 marzo, per un altro anno intero, fino al 31 marzo del 2016. Nei provvedimenti si precisa inoltre che la sospensione dell'attività potrà essere allungata al massimo fino al dicembre dell'anno prossimo, dopodiché la concessione potrebbe decadere del tutto.


I motivi della crisi li spiegavano qualche settimana fa, al momento dell'addio, gli ex gestori. Luigi Riolfatti è stato il primo a chiudere in città. Era gestore della pompa di benzina vicina al Poli di via Maccani. «Ormai i margini di guadagno non mi consentono di avere ricavi dignitosi per vivere. Ma presto sono certo purtroppo che seguiranno altri colleghi, anche loro in difficoltà, sia a Trento che sul resto del territorio provinciale» ci diceva in quell'occasione. I suoi guai, come quelli dei colleghi, vengono fatti risalire alla liberalizzazione dei prezzi della benzina che hanno finito per ridurre ai minimi termini i margini dei gestori, non certo delle compagnie. Ma il colpo finale è arrivato con l'apertura di un concorrente incontrastabile: il distributore automatico di via Druso, che non avendo costi per il personale può permettersi prezzi molto più convenienti sottraendo ulteriori clienti a chi gestisce il servizio in prima persona, di solito con l'aiuto di dipendenti.


Simili le motivazioni di Alessio Piffer, che da una decina d'anni gestiva il distributore di Sant'Ilario di Rovereto con annessi servizi. Nell'ultimo periodo l'emorragia è stata inarrestabile e prima ha dovuto licenziare i dipendenti, poi alla fine dell'anno scorso ha abbandonato anche lui, costretto a riciclarsi andando a gestire un bar. «Non ti viene fuori nemmeno una paga minima, non ne vale più la pena» spiegava Piffer al momento della inevitabile decisione di gettare la spugna. Ma che il settore sia in grandissima difficoltà lo dicono in tanti e in tutti i casi sono proprio la politica dei prezzi e l'arrivo dei self service le cause della crisi indicate dagli addetti ai lavori. I self service di fatto non hanno bisogno di un gestore, ma solo di un custode, e hanno rivoluzionato le abitudini degli automobilisti. Che ci hanno messo un po' a rendersene conto, ma adesso si muovono di conseguenza e in tempi di crisi difficilmente si privano di un risparmio sicuro.

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