Tione, «una decisione seria»

Ho potuto apprezzare l'obiettività, la serietà, il buonsenso dell'assessore Borgonovo Re quando nel marzo scorso ho partecipato a una trasmissione sull'argomento «Punti nascita in Trentino». Ora con molta coerenza l'assessore si è assunta la responsabilità della chiusura del punto nascita di Tione. La situazione di Tione non è diversa da quella di Borgo nel 2006. Allora ne avevo discusso in una serata a Borgo: andava a Trento a partorire molto più della metà delle mamme della Bassa Valsugana, anche quelle del Tesino, le più distanti da Trento. Anche oggi si conferma che molto più della metà delle mamme delle Giudicarie non sceglie il punto nascite di Tione

Ho potuto apprezzare l'obiettività, la serietà, il buonsenso dell'assessore Borgonovo Re quando nel marzo scorso ho partecipato a una trasmissione sull'argomento «Punti nascita in Trentino». Ora con molta coerenza l'assessore si è assunta la responsabilità della chiusura del punto nascita di Tione. La situazione di Tione non è diversa da quella di Borgo nel 2006. Allora ne avevo discusso in una serata a Borgo: andava a Trento a partorire molto più della metà delle mamme della Bassa Valsugana, anche quelle del Tesino, le più distanti da Trento. Anche oggi si conferma che molto più della metà delle mamme delle Giudicarie non sceglie il punto nascite di Tione. E di questo i sindaci debbono prendere nota.

Inevitabile lo scontro tra amministratori e politici: i sindaci affermano che non è vero l'argomento «tutela delle pazienti» e che è solo un problema economico risolvibile con i tanti soldi di mamma Provincia.
In realtà in tutto il mondo si afferma che sotto i 500 nati all'anno vi sono più rischi per mamme e neonati, sulla base di evidenze scientifiche di tutte le società internazionali di ostetricia e neonatologia, con raccomandazioni dell'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) e, recentissime, del nostro Ministero della Salute.
Ricordo che nel 1972 erano attivi ben 14 punti nascita con 6.200 nati all'anno. Oltre a Trento S. Chiara e S. Camillo e Rovereto e oltre ai cinque classici di vallata (Cavalese, Cles, Tione, Borgo, Arco) erano attivi Riva, Ala, Mezzolombardo, Rovereto Solatrix, Trento Villa Bianca, Levico.
Personalmente, fino a dieci anni fa, ho sempre difeso i nostri punti nascita periferici, perché fin dal 1973 avevamo organizzato l'assistenza in provincia in modo razionale ed efficiente tanto che, su ben vent'anni di accurate rilevazioni, non mi risultava nessuna differenza significativa tra i rischi dei nati in ogni ospedale della provincia. Dal 1974 avevamo garantito ogni trasporto assistito neonatale, si attuava una formazione continua in periferia per le emergenze neonatali con verifiche e discussioni e gli ostetrici trasferivano tutte le mamme a Trento nei casi ad alto rischio (ricordo che eravamo arrivati ad avere a Trento il 95% dei nati sotto i 1.500 grammi: un primato nazionale).
Oggi vedo però che l'organizzazione a livello provinciale è diversa; e allora non posso che riferirmi a quanto si dice nel mondo. E giustamente i politici debbono obbedire a raccomandazioni universali. Basta che informino la popolazione in modo onesto e serio.
Purtroppo ho tutta una documentazione giornalistica su come è stato trattato il problema negli ultimi 10-12 anni. Sulla nostra rivista «Neonatologia trentina» (4/2002) avevo fatto il punto in modo molto esauriente sulla «telenovela dei punti nascita», cominciando dal 2002: Il Direttore dell'Azienda sanitaria Favaretti affermò allora che «c'è l'esigenza di cambiare» (l'Adige, 10 gennaio). E già il 12 luglio l'assessore Magnani «lascia poche speranze», ma poi «ci ripensa» (17 luglio); e a fine anno Dellai e Magnani assicurano: «non chiuderemo nessun punto nascita» (5 dicembre). L'8 giugno 2002 la Giunta provinciale aveva fissato il limite dei 500 nati all'anno, passati poi a 300 dopo la sollevazione delle vallate. Ma, dopo una mobilitazione nelle Giudicarie, l'assessore aveva abbassato la soglia a 250. Rimaneva Borgo con 200 nati per anno. Dopo tre anni di battaglie Borgo è stato chiuso (2006), ma c'è tuttora chi urla per riaprire il punto nascita. Lo stesso assessore Rossi affermò l'anno scorso: «Fosse dipeso da me, quel reparto io non l'avrei chiuso» (22 gennaio 2013).
Su Tione cito solo alcuni tra i tanti articoli dei giornali degli ultimi anni. «Punto nascite certo, servizio confermato e rilanciato», dice l'assessore Andreolli (27 luglio 2005). «Non chiuderò mai i punti nascita e garantirò la sicurezza; bisogna essere più elastici», dice l'assessore Rossi (20 giugno 2009). E insiste: «Sale parto sicure in periferia, niente tagli. Trento non segue il ministero» (25 gennaio 2011). E poco più di un anno fa: «Rossi e Flor: niente chiusure di ospedali, il punto nascite resta» (6 marzo 2013). Il problema è tornato vivo a fine anno, quando a Tione si registrarono solo 178 nati, meno di uno ogni due giorni. Scrissi allora (5 gennaio 2014) che per Tione la chiusura era ormai inevitabile, proprio perché voluta dalla stessa popolazione.
Trento Santa Chiara assorbirà senza problemi i nati delle Giudicarie, anche perché stiamo registrando un netto calo di nascite (nel Trentino un 10% in meno in 5 anni). Nel 2013 ha assorbito i nati del San Camillo, proprio perché ne sono nati appena 2.240 anziché i 2.500 attesi. Resta comunque sempre discutibile la decisione «politica» di boicottare e chiudere il punto nascite del San Camillo con i suoi 900 nati a regime. Già adesso capita di sentire qualche mamma della Valsugana che trova pieno il Santa Chiara e viene mandata a partorire a Rovereto! Non so cosa succederà col Not-Nuovo Ospedale, programmato con meno letti e per casi impegnativi, quando si dovranno accogliere tanti parti naturali (anche da Cavalese e Cles, se si proseguirà con le chiusure). San Camillo avrebbe potuto accoglierli in una struttura adeguata alle esigenze delle madri, meno medicalizzata, da strutturare in parte come «casa da parto», come oggi si programmano le nascite «dolci».
Un'ultima curiosità a proposito del Not: a metà novembre del 2002 i giornali scrivevano che «secondo le previsioni dei politici, nel 2010 sarà pronto il Nuovo Ospedale di Trento, dove si pensa già ora di trasferirvi i punti nascita periferici…». Era il 2002.
Un triste amarcord di parole, parole, parole… Scrivevo allora: «tutti parlano a favore di madri e nascituri, sia chi vuole abolire tutti i punti nascita sia chi li vuole conservare tutti. Si affronta il problema in modo emotivo o in difesa dell'istituzione o del campanilismo oppure vi sono aspetti elettoralistici: e i neonati stanno in mezzo a tutta questa confusione. C'è di che arrabbiarsi…».
dinopedrotti@libero.it

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