«Alcol al centro giovani? Immorale»

Secondo Renato Manzana, ex amministratore e ora consigliere comunale è inopportuna l'attuale gestione del bar allo Smartlab, a Rovereto: «Presso la struttura funziona un servizio "Bar" che offre ai frequentatori che, ricordo, sono adolescenti, giovani, ragazzi  e ragazzi adulti, una gamma di prodotti tra i quali bevande alcoliche e superalcoliche. La presenza di un servizio "alcool free", o Bar bianco che dir si voglia, potrebbe rappresentare si una scelta economicamente perdente (sia per l'amministrazione che per il gestore) ma eticamente corretta

alcolROVERETO - Renato Manzana, ex amministratore e ora consigliere comunale, interviene sul centro giovani. Un progetto che ha fortemente voluto anch elui, quando era stato chiamato ad occuparsene. Ma ora il consigliere contesta il progetto educativo che sta alla base della struttura di viale Trento. Non perché inadeguato in sé, ma perché pensato per dare risposte a una platea troppo vasta - e quindi variegata - di persone.


«È mia convinzione che a Rovereto i bisogni della galassia del mondo giovanile siano  molteplici, complessi, e quindi le risposte devono essere altrettanto significative e coraggiose, senza avere la pretesa di trovare le soluzioni  aprendo una struttura con caratteristiche globalizzanti. Quello che ho sempre sostenuto al riguardo si sostanzia nel dire che a richieste diversificate si risponde con soluzioni plurime; in altre parole se la popolazione giovanile è composta da adolescenti di 13/14 anni fino a ragazzi adulti di 30/35, è quasi impossibile dare agli stessi le medesime opportunità in termini di iniziative comuni, ma le azioni ed i programmi andranno diversificati a seconda dell'età e delle esigenze. Qui sta il problema. È pensabile aprire un Centro giovani dove convivono ragazzi, giovani e adulti che hanno per loro natura esigenze, desideri e bisogni diversi? L'attuale struttura è pensata e programmata per dare risposte a tali funzioni? Con le risorse finanziarie attuali e quelle future in costante diminuzione è ragionevole pensare di ampliare la sfera di intervento e assicurare risposte per tutti? Personalmente ho forti dubbi e perplessità. Non era forse meglio, date anche le limitate risorse economiche, dare priorità ad un'impostazione maturata nel 2005 quando tutto ruotava attorno ad un progetto per ragazzi dai 12/13 anni fino ai 18/20, perché questi erano e sono i soggetti più deboli, i più esposti, i più bisognosi di essere formati, educati, aiutati?  Quel progetto cercava di riempire un vuoto lasciato dai vecchi oratori parrocchiali oramai quasi tutti dismessi, sostituendoli con un nuovo modello di "oratorio laico" dove l'attività fosse guidata e accompagnata; non mi si dica che l'esperienza del Progetto Rosmini (2007/2011) è stata fallimentare e che per questo si è cambiato registro, perché se le cose sono andate in un diverso modo rispetto a quello che ci si aspettava le cause sono molteplici e di diversa natura, comunque è stato un esperimento per me positivo».


Secondo Manzana, inoltre, è inopportuna l'attuale gestione del bar allo Smartlab: «Presso la struttura funziona un servizio "Bar" che offre ai frequentatori che, ricordo, sono adolescenti, giovani, ragazzi  e ragazzi adulti, una gamma di prodotti tra i quali bevande alcoliche e superalcoliche. La presenza di un servizio "alcool free", o Bar bianco che dir si voglia, potrebbe rappresentare si una scelta economicamente perdente (sia per l'amministrazione che per il gestore) ma eticamente corretta. Viceversa trovo completamente fuori luogo la somministrazione di bevande alcoliche in un centro giovani; scelta politica  immorale, sbagliata e pericolosissima dal punto di vista educativo e formativo, oltre che dannosa per la salute. Non serve essere un sociologo per capire che un adolescente, messo di fronte ed a contatto di  giovani che bevono  alcool e fumano, ne seguirà l'esempio per emularne il comportamento e per sentirsi grande. È questo il Centro Giovani che vogliamo? Spero proprio di no».
«Non so se questa mia nota porterà a qualche riflessione e cambiamento, sono abbastanza disilluso per sperarlo - conclude Manzana - Vorrei però chiedere a quanti hanno la responsabilità politica e amministrativa dell'importante servizio per i giovani, di tenere monitorata e sotto stretto controllo l'attività del Centro, anche perché diversi "rumors" cittadini raccontano di giovani, più o meno allegri per il consumo di alcool e  di fumo di vario tipo,  dentro e fuori la struttura».

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