Santa Chiara, operata al cervello da sveglia

Per il Santa Chiara è stata una prima assoluta: una prima che apre una nuova strada. L'équipe del neurochirurgo Franco Chioffi è intervenuta su una paziente 35enne con un tumore cerebrale, e l'operazione è avvenuta tenendo la stessa paziente a lungo sveglia, in modo da interagire con essa ed evitare complicanze post-operatorie altamente invalidanti come paresi o difetti del linguaggio. Una grande prova, arrivata dopo un anno di preparazione e formazione. E la lista d'attesa è già nutritaI tuoi messaggi

di Patrizia Todesco

ee74389ecc_1062361.jpgPrima operazione al cervello con il paziente sveglio. È stata effettuata nelle scorse settimane al S. Chiara dall'équipe del neurochirurgo Franco Chioffi su una paziente 35enne con un tumore cerebrale. Una novità assoluta per il S. Chiara effettuata dopo che per un anno neurochirurghi, psicologi, anestesisti e personale di sala si sono recati in Francia per imparare questa tecnica importantissima per evitare, in corso d'opera, eventuali danni ad aree specifiche dell'encefalo come quelle che regolano i movimenti e il linguaggio.
Ed ecco così che un'equipe perfettamente formata si è riunita in sala operatoria per un intervento che fino a qualche anno poteva sembrare da film dell'orrore. Invece la tecnica, chiamata awake surgery, è il top per particolari tipi di operazioni al cervello.
«La possibilità di effettuare questi interventi è limitata a certi tipi di tumori, come il glioma, ed è particolarmente utile in quanto consente di avere la collaborazione paziente che mentre noi interveniamo parla ed è chiamato a muovere le braccia o individuare determinati oggetti su un monitor», spiega il primario Chioffi.
Obiettivo dell'ideatore dell'innovativa tecnica chirurgica, professor Hugues Duffau di Montpellier, è infatti proprio quello di evitare complicanze post-operatorie altamente invalidanti come paresi o difetti del linguaggio (afasia). «In pratica, dopo una prima fase in cui il paziente è completamente sedato e si procede all'apertura - dice Chioffi - lo stesso viene dolcemente risvegliato per ascoltare in diretta il paziente evitando così di andare a toccare e ledere quelle zone del cervello particolarmente delicate». In pratica il neurochirurgo procede col bisturi e, a seconda dell'area colpita dal tumore, verifica grazie al monitoraggio attivo, che le funzioni non vengano compromesse in seguito dell'asportazione della massa tumorale. Nel caso della paziente trentina, la stessa è rimasta sveglia per ben un'ora e mezza durante l'intervento.
Questo tipo di tecnica viene applicata sui tumori gliali a basso grado che non sono macroscopicamente diversi dal tessuto sano e si trovano in zone celebrali dove transitano fasce connettivali  funzionalmente cruciali.
Una modalità che può essere applicata a circa il 10% dei tumori cerebrali operati ogni anno al S. Chiara. Dopo il primo effettuato nei giorni scorsi, altri quattro pazienti sono già in lista d'attesa per le prossime settimane.
Un altro passo avanti per questo reparto creato nel 2007 per frenare il trasferimento di pazienti che anche per le urgenze doveva essere portati a  Bolzano o Verona. Oggi il reparto è perfettamente in grado di gestire sia i traumi cranici che le patologie più gravi. Di pochi giorni fa, ad esempio, un intervento di ben 14 ore per la rimozione di un vasto tumore al cervello.

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