Mio padre ha paura di andare a scuola

«Sono - scrive Filippo Orlando - il figlio maggiore dell'insegnante che sabato scorso ha subìto una violenta aggressione da parte di un suo alunno presso l'Istituto di Rovereto. Tra qualche giorno mio padre dovrà tornare a lavorare e si ritroverà di nuovo di fronte quel ragazzino ed io non posso vivere nel terrore che subisca altre aggressioni»

Zaini scuola: il peso non deve superare il 10% di quello corporeoSono il figlio maggiore dell'insegnante che sabato scorso ha subìto una violenta aggressione da parte di un suo alunno presso l'Istituto di Rovereto. Vorrei tornare sull'episodio che ha visto protagonista mio padre nel bel mezzo di una normalissima lezione di scuola: un terribile e prolungato scatto d'ira di un ragazzino problematico e pericoloso. 

 

Un ragazzo che ha aggredito e colpito un mio famigliare e per oltre un quarto d'ora, respingendo ed insultando chiunque tentasse di fermarlo, ha urlato, scagliato sedie per aria, rovesciato banchi di scuola, brandito un estintore ed inseguito con un bastone in mano fin giù nel cortile della scuola mio padre, colpevole solo di aver fatto il proprio dovere, ovvero di aver chiesto all'insegnante di sostegno di allontanare dall'aula questo ragazzino che come al solito stava pesantemente disturbando la lezione.

 

Vede, signor direttore... La mia famiglia è rimasta profondamente scossa dall'accaduto. Mio padre ha subito il trauma di un episodio senza precedenti in trent'anni di servizio, è stato portato via da scuola in ambulanza, ha passato un'intera giornata in ospedale sotto osservazione a causa dell'enorme spavento ed è tuttora a riposo.

 

Ebbene, nell'articolo emerge solo il punto di vista della dirigente dell'istituto scolastico dove lavora mio padre, impegnata unicamente a nascondere sotto il tappeto dell'ordinaria amministrazione un episodio che di ordinario non ha proprio un bel niente. Tra qualche giorno mio padre dovrà tornare a lavorare e si ritroverà di nuovo di fronte quel ragazzino ed io non posso vivere nel terrore che subisca altre aggressioni.


Non è assolutamente vero, infatti, che questa «era la prima volta che il giovane dava in escandescenza» come riportato nel vostro articolo. L'alunno in passato ha già aggredito altri insegnanti e non a caso mi risulta che i suoi genitori abbiano addirittura assicurato l'eventualità che egli compia danni durante questi episodi di violenza incontrollata. Non è assolutamente vero neppure che i compagni di classe di quell'alunno abbiano metabolizzato l'episodio in modo indolore, anzi, ne va anche della loro sicurezza ed è giusto che i loro genitori lo sappiano.


Mio padre, infatti, in questi giorni ha ricevuto numerose telefonate di solidarietà, oltre che dai suoi colleghi, anche da parte di ragazzini e ragazzine terrorizzati da quel soggetto. Quanto al cosiddetto «progetto ponte» di cui la dirigente dell'istituto si vanta, mi permetto di replicare che se da una parte gli alunni con disabilità hanno il diritto sacrosanto di frequentare la scuola, dall'altra io, mio fratello e mia madre abbiamo il diritto di non dover temere per l'incolumità di un nostro amato famigliare.


L'episodio di sabato scorso testimonia con tutta evidenza il fatto che l'istituto dove lavora mio padre non è assolutamente attrezzato per contenere gli scatti d'ira di questo pericoloso soggetto, perché evidentemente le sue problematiche vanno molto al di là delle disabilità che tutti noi siamo sempre stati abituati a gestire nelle scuole pubbliche. Anche mia madre è un'insegnante, e guarda caso da due anni sta seguendo un ragazzino affetto da disabilità in un'altra scuola della città. Quindi le assicuro che la mia famiglia non è poi così sprovveduta in materia, né ci manca la sensibilità o l'umanità per capire questo genere di situazioni. Tuttavia qui si è passato ogni segno. Altro che una settimana di sospensione, il ragazzino va allontanato dalla scuola ed assicurato ad un programma di cura e riabilitazione laddove possa essere seguito da un personale esperto e non arrechi pericolo a chi lo circonda.


Pertanto mi auguro che la dirigente scolastica, che a quanto mi risulta non era neppure presente durante l'episodio, non stia sottovalutando quanto accaduto così come emerge dalle sue dichiarazioni riportate sul giornale perché nel caso in cui questo genere di episodi dovessero riproporsi e la sicurezza di mio padre non venisse garantita, la mia famiglia non esiterà a prendere i dovuti provvedimenti.


L'incolumità di mio padre vale tanto quanto l'educazione di quel ragazzino, non se lo dimentichi nessuno.

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