Pozza, l'incontro: «Servono più studenti in medicina»

Molto interesse ha suscitato a Pozza di Fassa l'incontro dei giorni scorsi con i primari dell'ospedale di Fiemme, per iniziativa dell'associazione «Rencureme». L'incontro aveva il duplice scopo di far conoscere i tre nuovi primari, Roberto Moggi o di Medicina, Luciano Turri di Chirurgia e Bruna Zeni per l'Ostetricia e la Ginecologia, ma anche di sostenere lo stesso ospedale, specialmente nel momento in cui le promesse di potenziamento sembrano destinate ad essere dilazionate nel tempo

di Mario Felicetti

medicoPOZZA DI FASSA - Molto interesse ha suscitato a Pozza di Fassa l'incontro dei giorni scorsi con i primari dell'ospedale di Fiemme, per iniziativa dell'associazione «Rencureme». L'incontro aveva il duplice scopo di far conoscere i tre nuovi primari, Roberto Moggi o di Medicina, Luciano Turri di Chirurgia e Bruna Zeni per l'Ostetricia e la Ginecologia, ma anche di sostenere lo stesso ospedale, specialmente nel momento in cui le promesse di potenziamento sembrano destinate ad essere dilazionate nel tempo.

 

Sarebbe stata importante la presenza degli amministratori pubblici della valle, ma la loro partecipazione è stata del tutto deludente, visto che non c'era praticamente nessuno, a parte l'assessore comunale di Pozza Renata Mattivi , che ha fatto gli onori di casa. Tutti e tre i medici hanno illustrato le loro esperienze in reparto e sottolineato come oggi sia sempre più importante lavorare in rete, attraverso la trasmissione dati all'ospedale di Trento e una serie di interscambi con i colleghi trentini.

 

Con orgoglio hanno anche presentato le innovazioni tecnologiche introdotte ed i numeri degli interventi, ma anche gli sforzi di collaborazione e razionalizzazione dei servizi con gli altri reparti. Senza dimenticare la dislocazione di specialisti sul territorio, presso gli ambulatori di Pozza, dove le visite sono in costate crescita. Tra i punti di forza di Cavalese, in primo piano il rapporto più umano, le attese ridotte per determinate patologie ed il rapporto più forte con il territorio. Le criticità riguardano la riduzione del personale, i risaputi deficit strutturali dell'ospedale, l'obsolescenza di determinate parti, la difficoltà di poter contare su specialisti che mettano radici in valle, con conseguenti difficoltà dal punto di vista della progettualità. Purtroppo, è stato evidenziato, sono rari gli studenti di medicina di Fiemme e Fassa. Forse le borse di studio in questo campo andrebbero ulteriormente sostenute.

 

L'auspicio conclusivo è stato quello di rivolgersi con fiducia ai reparti ospedalieri di Fiemme, impegnandosi tutti, amministratori e censiti, a difesa del nosocomio, con la convinzione che debba rimanere un fondamentale presidio sanitario, sia per i residenti che per gli ospiti. Il saluto dell'associazione «Rencureme» è stato portato dalla presidente Annalisa Zorzi . Sulla necessità che anche gli amministratori della valle di Fassa siano sensibili ai problemi del'ospedale di Fiemme è intervenuto anche Giovanni Zanon , presidente del Comitato per l'integrazione socio-sanitaria della Comunità territoriale.  

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