Ora la valle rimane senza alberghi

Il sindaco di Telve Franco Rigon : «È così purtroppo. Noi vogliamo tenere in vita l'ultimo albergo della valle. Ma pare che la Provincia sia restia a concedere il cambio d'uso. Prossimamente ci ritroveremo con i nuovi proprietari e i dirigenti provinciali. Speriamo di convincerli».

VAL CALAMENTO - Augusta e il marito, toscani di 82 e 92 anni, non potranno più venire a fare le loro ferie estive, per la 41ª volta di seguito in val Calamento. Perché il 30 settembre chiuderà l'Albergo Calamento, gestito negli ultimi quattordici anni da Stefano Battisti e C., in verità dal padre di Stefano e cioè da Fiorenzo Battisti . L'ultima botta alle «speranze turistiche» di una località che negli anni '7'0 pareva dovesse prendere il volo. Anche con una stagione invernale. La storia del «Calamento», in val Calamento comune di Telve, è interessante. All'inizio proprietà della famiglia De Bellat di Telve, fu poi acquisito da altri e nella seconda metà degli anni '70 passò nientedimeno che a Balzarini , l'industriale svizzero che produce le pentole Inco. «Capitò qui - racconta Fiorenzo Battisti - perché i fratelli Burlon operavano in Trentino coi suoi prodotti. Era un investimento per lui». Al tempo l'Albergo Calamento era un esercizio all'avanguardia, con dotazioni moderne. Il fatto è che si era costituita una società che avrebbe dovuto realizzare degli impianti sciistici nella zona di Cagnon, attorno ai 1.900 metri. Alla fine però le cose non andarono per il verso giusto e il Comune non diede i terreni. I collegamenti (un carosello ante litteram) dovevano essere con le valli dei Mocheni e Fiemme e con l'Altopiano di Piné. Anche a Bedollo nacque l'Albergo Costalta per questa ragione. La struttura esisteva da prima della guerra e dagli anni '50 era stata trasformata nel Rifugio della Cappella. L'altitudine in quel punto è di 1.200 metri in una vallata bellissima. Nel 1978 la ristrutturazione. Fiorenzo Battisti, che in zona gestisce anche Malga Cere, agritur, e il ristorante di Valtrighetta, prese in gestione l'albergo a metà degli anni '90. «Oggi - dice - fare turismo in Calamento è sempre più difficile. La nostra clientela è di una certa età. Ma l'albergo è un servizio per la valle. E più che un guadagno per me è una passione». Si sa, albergatori e commercianti fanno tutto per passione. È assolutamente vero comunque che una vallata come Calamento, senza un albergo è un nonsense , specie dopo la chiusura dell'altro albergo, il Lagorai, negli anni '80. Perché non l'ha comperato lei Battisti? «Ho fatto la mia offerta. Ma la proprietà ha venduto alla Val Calamento srl di Fiorenzo Burlon e Cristiano Ferrai , immobiliaristi di Telve. Io avevo chiesto al Comune di poter realizzare un progetto: creare una serie di appartamenti sulle rampe dietro l'albergo e appartamenti anche al secondo piano. Con fitness e piscina. Sarebbe rimasto il ristorante e al primo piano alcune stanze d'albergo. Si sarebbe così creata una nuova clientela. Va detto che nel frattempo è scaduta la vecchia licenza e per avere quella nuova lo stabile dovrà essere messo a pari con la normativa europea. Spese altissime quindi». Anche Burlon e Ferrai hanno presentato un progetto simile. Ma sentiamo ancora Battisti: «Per Calamento la chiusura dell'albergo costituirà un danno enorme, non ci sarà più nessun punto di riferimento per chi vi ha una casetta. Qui succederà come in val Campelle. Io ci ho gestito il Rifugio Carlettini: al momento che ha chiuso, è morta anche la valle». Speranze? «Se il progetto di chi ha comprato andrà in porto, io potrei continuare a gestire il ristorante e ciò che resta dell'albergo» Sentiamo Fiorenzo Burlon. «Se Comune e Provincia diranno sì, andremo avanti col progetto: nuovi appartamenti, il ristorante e 8-9 stanze di albergo». Ma? «Pare che la Provincia stenti a concedere il cambio di destinazione». Già, problemaccio, le seconde case e la legge Gilmozzi. Sentiamo il sindaco di Telve Franco Rigon : «È così purtroppo. Noi vogliamo tenere in vita l'ultimo albergo della valle. Ma pare che la Provincia sia restia a concedere il cambio d'uso. Prossimamente ci ritroveremo con i nuovi proprietari e i dirigenti provinciali. Speriamo di convincerli».

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