Il rientro a distanza. E una coccinella

Il rientro a distanza. E una coccinella

di Eliana Agata Marchese

Una chat con tre stanze: ecco il mio regalo agli studenti per festeggiare il rientro alla scuola a distanza. Rientro a distanza è un’espressione di cui nemmeno io colgo pienamente il significato, ma tanti significati mi sfuggono in queste settimane.

E dunque eccoci di nuovo qui, collegati a lezione dalle nostre case. Dietro la mia schiena si vede l’acquario con i pesciolini rossi; è il frutto di una negoziazione di cui vado particolarmente fiera, perché i miei figli avevano chiesto un cane. Sarà per questo che non ho particolari problemi se i ragazzi lo vedono alle mie spalle mentre spiego, né mi agito quando su YouTube si vede un po’ del muro della mia cucina oltre la lavagna. Sui dati dei ragazzi, però, bisogna stare molto attenti: all’inizio avevo aperto un forum di discussione online, ma l’ho chiuso prima di inaugurarlo, perché chiedeva la registrazione degli utenti. Evitiamo, finché possiamo, che la loro identità faccia il giro del mondo. Per il momento, l’intento delle nuove stanze virtuali è far condividere ai ragazzi le loro riflessioni sulla clausura: nella chat posteranno pensieri, brevi riflessioni, ma anche immagini o testi di canzoni.

La rete ci consente di moltiplicare gli strumenti, e quindi tentiamo di dare maggiore spazio alla creatività. Più di una volta ho sentito gli alunni lamentarsi perché la scrittura libera entra difficilmente nella scuola, mentre loro avrebbero tanto da dire. Allora vediamo come va l’esperimento (“sperimentare” è ancora la parola d’ordine) e nel frattempo lasciamo traccia di questo periodo unico e strano. In casa non sono l’unica a sentire il piccolo brivido del primo giorno: quando le ho detto «domani si torna a scuola» Caterina ha fatto i salti di gioia. Per qualche secondo aveva pensato che un decreto improvviso annunciasse la riapertura, e già pregustava le chiacchierate con l’amica del cuore sull’autobus delle sette e dieci. Come faremo a tornare senza paura sui mezzi pubblici affollati è una domanda che ogni tanto mi pongo, visto che perfino quando incrociamo un vicino di casa facciamo un passo indietro in un’invisibile zona sicura, e prima di entrare in farmacia ci disponiamo in fila a scacchiera; ma per ora non vale la pena angustiarsi: l’edificio della scuola rimane irrimediabilmente lontano, torniamo semplicemente a collegarci in streaming.

I compagni di classe però si vedono anche così, e quindi Caterina ha acceso lo schermo con una mezz’ora di anticipo, pronta per la lezione di matematica. Anche le maestre di Silvia hanno mandato un regalo post-vacanze. Sul sito della quarta B è comparsa una nuova sezione con indicazioni per un lavoro fantasioso sul tema dei Babilonesi. Mia figlia di mezzo ha trascorso la mattinata a ritagliare e incollare con gusto, solo occasionalmente disturbata dal fratellino. Lui, nel frattempo, dipingeva fogli di carta, cartoncini e se stesso. Le maestre di Luciano già pensano al rientro vero e proprio; chiedono ai bambini di realizzare ognuno una coccinella con la tecnica preferita. «Quando torneremo in aula - hanno detto - realizzeremo un grande cartellone, attaccheremo tutte le vostre coccinelle e lo appenderemo al muro. Sarà la gara delle coccinelle». «Mamma - mi ha chiesto a quel punto Luciano - ma quando si torna a scuola?». Non so, amore mio. Ma intanto costruiamo la coccinella, così ci prepariamo.

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