Il clima e il metano non vanno d’accordo. Ma…

Il clima e il metano non vanno d’accordo. Ma…

di Eliseo Antonini

Dopo l’accordo di Parigi sul clima gli assessori M. Gilmozzi e S. Ferrari hanno tenuto (16.12.15) una conferenza stampa a Trento sottolineando l’importanza che esso debba essere anche declinato localmente. L’assessore M. Gilmozzi ha detto: «Dal 2005 al 2014 abbiamo ridotto le emissioni di CO2 del 22%».
Secondo i dati ufficiali dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (APPA), contenuti nell’inventario sulle emissioni APPA (2010 e 2013), infatti le emissioni di CO2 in Trentino hanno avuto, dal 2005 al 2014, questo andamento:

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Il trend è certamente positivo. Ma dove bisogna intervenire per raggiungere l’obiettivo fissato per legge della riduzione del 50% nel 2030 e del 90% entro il 2050? L’anno di riferimento per il calcolo del livello di emissioni di CO2 è il 1990 in cui le emissioni di anidride carbonica si attestavano attorno ai 3.000.000 di tonnellate?

Nei prossimi 15 anni quindi, bisogna tagliare le emissioni di 1.400.000 tonnellate, circa 100.000 tonnellate all’anno per raggiungere il livello prefissato di 1.500.000 t.
Quali sono i combustibili che hanno le maggiori emissioni di anidride carbonica?

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Non vi è, mi pare, alcun dubbio: il metano da riscaldamento e il diesel da trazione assieme al gasolio per il riscaldamento domestico sono, in provincia di Trento le principali fonti di emissione di anidride carbonica.

Questi sono i settori in cui si usa il metano da cui derivano le emissioni di anidride carbonica:

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Le turbine a gas alimentate a metano, gli impianti domestici a metano e la combustione industriale sono le categorie su cui bisogna fare i maggiori sforzi di riduzione e abbattimento delle emissioni. Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR 2013-2020) in gestione alla provincia di Trento ha un capitolo dedicato alle economie a basse emissioni di carbonio. Vedremo come saranno spesi i denari che sono messi a disposizione.

Ma c’è un ma….

Mi pare importante sottolineare che il trasporto alimentato a metano, sia con mezzi pesanti sia con le automobili, non ha attualmente un impatto significativo sulle emissioni di CO2. Un po’ perché vi sono pochi mezzi (6.500 automezzi a metano contro le 506.400 autovetture diesel e 316.000 a benzina verde nel 2013), e un po’ perché il metano ha meno atomi di carbonio (C) del diesel e delle benzine. Inoltre, la mobilità a metano ha almeno un paio di altri pregi: una è d’attualità, ovvero la trazione a metano non comporta altre grosse emissioni nocive, solo CO2, in misura minore però rispetto a benzina e diesel, e vapore acqueo. È anche meno rumoroso un autoveicolo a metano rispetto al diesel.

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Fonte: Federmetano

Dopo lo scandalo della VW possiamo affermare che con molto probabilità la valenza ambientale degli autoveicoli a metano potrebbe essere ancora migliore almeno rispetto al diesel e in termini di riduzione della CO2.

Il secondo pregio: il metano è economicamente anche più conveniente, si risparmia rispetto sia alla benzina sia al diesel per 100 km percorsi.

Manca però, anche in Trentino, un’adeguata e moderna diffusione delle stazioni di servizio che dovrebbero essere molto più presenti e anche in self-service come accade in altri paesi d’Europa (es. Germania, Austria, Olanda). Non è chiaro nel 2016 perché se il metano è esplosivo in Italia non lo sia anche in Germania dato che lo si fa sempre in self-service (24h) e senza incidenti di sorta.

Ho letto una dichiarazione, datata dicembre 2006, a cura dell’Ufficio Stampa della provincia di Trento in cui l’Assessore M. Gilmozzi dichiarava: «Dobbiamo uscire da una situazione paradossale: non si vendono auto a metano perché non ci sono pompe e non si realizzano nuovi distributori perché ci sono poche auto che vanno a metano». Questo è vero, ma cosa bisogna fare? Cosa è stato fatto?

Attualmente (gennaio 2016) in Trentino ci sono solo! cinque stazioni di rifornimento a metano, di cui una in autostrada (NOGAREDO EST). Le altre sono: Roncegno, Rovereto, zona industriale, e due sono a Trento (tangenziale sud e circonvallazione nuova). Nella limitrofa provincia di Bolzano ci sono 12 stazioni di rifornimento a metano. L’Italia è prima in Europa in questo settore con circa 1.000 stazioni di rifornimento si circa 3.200 e dispone di un parco circolante e metano di circa un milione di automobili. Il Trentino qui arranca e non è tra le prime province.

Chiedo all’Assessore M. Gilmozzi, a dieci anni dalle sue dichiarazioni, quali sono le prossime aperture di stazioni a metano in Trentino? Quali sono gli impedimenti? Qual è la politica per i trasporti sostenibili in Trentino?

Ecco intanto i prezzi attuali del metano da autotrazione in Trentino. Con un kg di metano, si possono percorrere circa 20 km, oppure si consumano in media 5 kg ogni 100 km, ma per alcuni modelli anche meno (4 kg/100 km, reali!):

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Il prezzo medio italiano è di 0,985 €/kg. In Germania per esempio il prezzo medio attuale è di 1,059 €/kg e il diesel costa circa 1 €/litro.
C’è qui una critica da fare al comparto del metano per autotrazione: se negli ultimi sei mesi i prezzi della benzina, del diesel e anche del GPL sono calati, lo stesso non si può dire per il prezzo del metano che invece è stabile, tendente al rialzo. Questo non ci piace!

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Questo sebbene, a livello internazionale, il prezzo del gas naturale sia in forte calo.

Tornando in Trentino, anche in questo inizio di 2016 se solo alle 22:00 di sera devi rifornirti di metano, dopo la pizza o il cinema, sei spacciato. Non è forse arretratezza e immobilismo tutto ciò? Mi pare singolare, infatti, che a dieci anni di distanza nell’area di Riva e Arco (è solo un esempio, non me ne abbiano gli abitanti di Tione o di Cles) non ci sia un solo distributore a metano costringendo gli automobilisti a metano rivani ed arcensi (pochi e stoici al vero) a venire a Rovereto per rifornirsi. Una cosa assurda leggendo quanto affermavano i governanti trentini nel lontanissimo 2006. 

Certo e in conclusione, per la decarbonizzazione delle nostre economie, sono d’accordo, anche il metano per l’autotrazione non va bene. Deve essere bandito e sostituito. Non ci è stato però ancora detto, né dalla politica provinciale né da quella nazionale come e quando. Ma siamo ancora fiduciosi che la cosa possa cambiare in questo inizio di anno di buoni propositi per il clima post Parigi. In attesa di un cenno, buon anno a tutta la minoranza silenziosa, amica de facto dell’ambiente e del proprio portafoglio: ai metanisti.

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