Combustione della legna Le emissioni in Trentino

Combustione della legna. Le emissioni in Trentino

di Eliseo Antonini

Nel precedente post avevo riportato un grafico delle emissioni di polveri sottili derivanti dalla combustione della legna e similari in Trentino nell’anno 2007. Tali dati sono riportati nel Piano Energetico Ambientale Provinciale (PEAP) approvato per il periodo 2013-2020.

Sullo stesso argomento sono pubblicati simili dati anche dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (APPA) che ha affidato lo studio ad una società privata di Bolzano. Tali dati sono in questo momento ancora in revisione ed entro fine anno 2015 - tra poco quindi - saranno resi definitivi. È altresì in corso l’aggiornamento del medesimo rapporto sullo stato delle emissioni in atmosfera che si riferisce all’anno 2013 e sarà pronto nei primi mesi del nuovo anno (2016).

Questo è quindi il grafico che rappresenta la situazione delle emissioni in atmosfera derivanti dalla combustione della legna e similari in Trentino nell’anno 2010 secondo APPA.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"772551","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"327","width":"562"}}]]

Come si vede, quasi l’80% delle emissioni di polveri sottili in atmosfera (PM10 e PM2,5) in Trentino sono riconducibili alla combustione tra le mura domestiche della legna e similari. Da qui la pubblicazione del decalogo proposto dalla PAT per cercare di ridurre le emissioni atmosferiche derivanti della combustione del legno.

Questi dati nel grafico soprastante si riferiscono ad un consumo stimato per il 2010 di legna e similari di 295.082 tonnellate in Provincia di Trento. I fattori di emissione però sono riferiti al contenuto energetico della legna da ardere bruciata. Questi due fattori (quantità e potere calorifico) quindi sono anche fonte di incertezza per la stima delle emissioni complessive.

Di recente avevo pubblicato un post sul consumo di legna da ardere in Trentino sulla base delle ultime statistiche disponibili (ISTAT e PAT) e nel 2013 si stima che in Trentino il consumo di sola legna da ardere sia di circa 350.000 tonnellate/anno. Se a questo inoltre si aggiunge un innalzamento dei fattori di emissione, i valori finali non possono che aumentare. Èquasimatematico.

Qual è il trend dal 2005 in poi?

La PAT ha portato a termine in precedenza altri due inventari: nel 2005 e nel 2007. Cosa è cambiato per la combustione del legno in Trentino tra il 2005 al 2010 passando per il 2007?

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"772556","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"342","width":"461"}}]]

Si vede subito che è aumentata, tra il 2007 e il 2010 la quantità di emissioni di entrambe le PM10 e le PM2,5 mentre era rimasta praticamente invariata negli altri due periodi. Tale variazione è riconducibile «all’aumento delle emissioni associate alla combustione di legna (Macrosettore 02)».

 

Come si calcolano i fattori di emissione?

La PAT partecipa, assieme ad altre sette regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Puglia e Marche) al progetto INEMAR (Inventario delle Emissioni in Aria) «un sistema di archiviazione dei dati […] il cui obiettivo è la stima delle emissioni a livello comunale dei diversi inquinanti, tenendo conto di ogni attività presente nella classificazione CORINAIR [EEA 2013] e del tipo di combustibile utilizzato» (APPA 2010).

Il rapporto di APPA (2010) dice chiaramente che «la scelta dei fattori di emissione costituisce un aspetto particolarmente critico e presenta non pochi problemi di affidabilità». Più avanti aggiunge: «Il processo di aggiornamento e revisione dei fattori di emissione è in continua evoluzione[…]».

Modifica dei fattori di emissione (FE)

La PAT ha effettuato, come detto, altri due inventari nel 2005 e nel 2007 e nella sua ultima versione (2010) sono stati modificati i valori di emissione delle «combustione in impianti residenziali» che bruciano legna e similari (Settore 02.02), ossia per tutti gli impianti domestici a legna (stufe, caminetti etc.).

Esempi di lettura: un camino aperto tradizionale (02.02.06) nella versione precedente aveva un fattore di emissione di 500 grammi per Giga Joule (g/GJ) mentre adesso il fattore di emissione (FE) è di 860 g/GJ che equivale ad una variazione del 72%. La stufa tradizionale a legna ha avuto un aumento del 92%; una stufa o caldaia innovativa ha avuto una variazione in aumento del 52%.

L’unica attività nel riscaldamento domestico alimentato a combustibili legnosi (02.02.10) che ha avuto una variazione in diminuzione (-49%) è quelle delle stufe automatiche a pellet, o cippato o BAT e legna (Best Available Tecnology). Ma, e qui cito il rapporto APPA: «Per l’attività 02.02.10 - Stufa automatica a pellet o cippato o BAT legna l’indagine statistica non ha riportato risultati, quindi tale attività risulterà assente nell’inventario 2010». Anche questo è una fonte d’incertezza e indice che le attività della Provincia (es. FESR 2007-2013, che ha finanziato alcuni impianti moderni a cippato, a legna e forse anche a pellet) non sono ancora note alla APPA.

Estratto (pagina 151) delle variazioni introdotte tra la versione INEMAR5 precedente e ultima (INEMAR6) di alcuni tipologia di apparecchi e fonte dei dati.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"772561","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"516","width":"393"}}]]

BAT = Best available technology

Quali sono i sistemi di combustione a legna che sono maggiormente usati in Trentino (2012)

Sono distinte due diverse fasce di altitudine e comunque prevalgono in Trentino impianti domestici a bassa efficienza e quindi con fattori di emissioni ritenuti elevati.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"772566","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"188","width":"448"}}]]

Fonte: Inventario delle emissioni, APPA 2010

Se nel programma es. FESR 2007-2013 - ma forse ve ne sono anche altri -, anziché finanziare lautamente gli impianti fotovoltaici che disponevano già del conto energia, si fossero supportate concretamente le famiglie trentine (ma mi permetto di dire anche gli hotels, le case di riposo, le scuole, le palestre comunali, le chiese) ad usare meglio la legna (il cippato e/o pellet) e adottare tecnologie migliori, si sarebbero fatti grossi passi in avanti raggiungendo nello stesso tempo due obiettivi: sostituire i combustibili fossili (gasolio, metano e GPL) con rinnovabile termica (il Trentino qui è indietro) e si sarebbe dato un contributo alla riduzione dell’inquinamento dell’aria.

Come sono distribuite le PM10 in Trentino?

Ecco la mappa delle emissioni PM10 in Trentino nel 2010 (Fonte: APPA)

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"772571","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"480","width":"506"}}]]

Vedendo questa mappa sembra proprio che le polveri sottili (PM10), prodotte della combustione della legna da ardere e similari, vadano tutte ad accumularsi lungo la viabilità del Trentino. Ma forse è solo un problema di misura e punti di rilevazione della fonte inquinante.

TRENTINO vs GERMANIA

Un rapporto (2014) del ministero dell’ambiente tedesco fa il punto sulle emissioni di polveri sottili (PM) in Germania. Un capitolo (V) è dedicato alle emissioni di polveri derivanti dalla combustione della legna in apparecchi domestici. In Germania ci sono (2014) circa 14 milioni di singoli apparecchi domestici che riscaldano 1-3 stanze (stufe, camini e stufe ad ole) e circa 700.000 impianti centralizzati alimentati a combustibili legnosi (legna da ardere, cippato, pellet e briquettes).

Nel grafico sottostante, la linea gialla continua rappresenta le emissioni di PM10 totali della combustione che ha avuto un picco nel 2010 (36.000 tonnellate) per poi calare attorno alle circa 27.000 tonnellate nel 2013. La linea gialla tratteggiata indica le emissioni derivanti dalla combustione della sola legna da ardere. La linea rosso-vinaccia continua sono le emissioni di PM10 legate al trasporto.

PAESE

ABITANTI

EMISSIONI PM10 TOTALI

(tonnellate)

Emissioni per 1000 abitanti

(tonnellate per 1000 abitanti)

TRENTINO

530.000

1.650 (2010)

3,11

GERMANIA

80.000.000

25.000 (2013)

0,31

In Germania si rileva, secondo questo grafico, anche un calo progressivo delle emissioni legate al traffico veicolare mentre è in aumento quello legato alla combustione del legno.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"772576","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"321","width":"570"}}]]

Fonte: Umwelt Bundesamt, Germania 2014

Rimane il fatto, in conclusione, che sia certamente possibile usare bene la legna, e i combustibili legnosi in particolare, per riscaldarsi e allo stesso tempo creare un ridotto impatto sulla qualità dell’aria. Bisogna investire in conoscenza (buone prassi dei singoli utenti finali e degli installatori), controlli regolari, ma non punitivi e in nuove tecnologie, senza dover spendere patrimoni non più ammortizzabili.

comments powered by Disqus