LeBron, Leonard e Curry «danno i numeri»

LeBron, Leonard e Curry «danno i numeri»

di Giorgio Lacchin

Niente male Cleveland: ha battuto Oklahoma - che ha il quarto record dell’Nba con 17 vittorie e 9 sconfitte - pur senza gli infortunati Kyrie Irving, Shumpert e Mo Williams, vale a dire due pedine del quintetto base più il sesto uomo. A proposito: prima di Natale l’«All Star» Irving dovrebbe rimettere piede sul parquet a sei mesi dall’operazione al ginocchio sinistro per la frattura della rotula.

Rispetto all’ultima stagione che li ha visti sconfitti da Golden State nella finale per il titolo (2-4), i Cavaliers hanno registrato la difesa, ora una delle migliori della lega, e hanno confermato il valore del proprio attacco (17 vinte, 7 perse il bilancio del team fino a qui). Kevin Love si è finalmente inserito, sia negli schemi che soprattutto nello «spogliatoio». LeBron James è sempre lo stesso: alla soglia dei 31 anni (li compirà il 30 dicembre) è più o meno un marziano che viaggia a 26,6 punti, 7,7 rimbalzi e 6,5 assist di media col 49,8% dal campo.

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Se la «regular season» finisse adesso, inseriremmo LeBron al terzo posto nella classifica dell’Mvp alle spalle di Stephen Curry e Kawhi Leonard. Alle spalle di Curry perché... è ovvio: Stephen è il leader dei Warriors che dominano il campionato (25 vinte, 1 persa) e i suoi numeri «dicono» 32 punti, 5,2 rimbalzi, 6,1 assist e 2,1 palle recuperate col 52,1% dal campo e un mostruoso 45,6% da tre punti (la bellezza di 5 bombe a segno su 10,9 tentativi a partita). Alle spalle di Leonard perché ai meriti del 24enne fenomeno di San Antonio (21 punti, 7,4 rimbalzi, 2,1 palle rubate col 51,2% dal campo e un 49,5% «da tre» che fa impressione anche tenendo conto dei «soli» 4 tentativi a partita) va sommato l’unico «demerito» di LeBron: la mano «fredda» dalla media e lunga distanza. Oggi LeBron segna la maggior parte dei punti da dentro l’area dei tre secondi e la percentuale nel tiro dai 3-4 metri e dall’arco dei 7,25 sta precipitando. Tanto per dire, date un’occhiata al suo tiro «da tre» nelle ultime quattro stagioni: 40,6%, 37,9%, 35,4%, per arrivare all’odierno 27,8%.

Il bello di LeBron è che quando serve, segna o fa segnare. Nell’ultimo quarto contro Oklahoma, col risultato in bilico (la partita è finita 104-100), ha messo a referto 11 punti con 3 rimbalzi, 5 assist (!) e 2 palle recuperate. Il tutto in 10 minuti e 55 secondi! Il suo tabellino alla fine ha registrato 33 punti, 9 rimbalzi, 11 assist e 2 palle rubate. E pazienza per le 7 palle perse...

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