Belgio, un modello da copiare

di Paolo Micheletto

Che spettacolo, questo Belgio. La nazionale che questa sera incontra l’Italia di Antonio Conte (Stadio Re Baldovino di Bruxelles, ore 20.45) è la numero uno del ranking mondiale. Confermando le anticipazioni dei giorni scorsi, la Fifa ha infatti ufficializzato la nuova classifica per nazionali, attribuendo il ruolo di capofila, in verità un evento storico, a una realtà sportiva come quella belga che è ricca di talenti, ma assolutamente povera di titoli.

La Germania, campione del mondo in carica si deve accontentare del secondo posto, davanti all’Argentina, quarto il Portogallo. L’Italia guadagna 4 posizioni e si trova ora al 13° posto di questa speciale classifica che viene aggiornata ogni mese in base ai risultati conseguiti dalle squadre. Già ai Mondiali brasiliani il Belgio era arrivato con grandi aspettative: fuori ai quarti di finale, non senza rammarico, battuti da un gol di Higuain.

Il Belgio può contare su una vera e propria generazione d’oro: decine di talenti che vengono «lanciati» giovanissimi in prima squadra e che poi sono venduti a peso d’oro nelle più grandi squadre d’Europa. Leggere la formazione oggi in campo con l’Italia fa impressione: una sorta di multinazionale con Mignolet (Liverpool), Hazard (Chelsea), De Bruyne (Manchester City), Benteke (Liverpool), Nainggolan (Roma), Vermaelen (Barcellona), Verthongen (Tottenham), Ferreira-Carrasco (Atletico Madrid).

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Solo sei anni fa la nazionale era al 68° posto del ranking Fifa e ora è al primo. Un risultato che non è casuale, ma anche arriva dal duro lavoro di selezione e di insegnamento nelle Accademie dei club maggiori, tra cui l’Anderlecht e il Bruges. Puntare sui giovani, valorizzarli e farli «nuotare» in acque internazionali: in Italia, idee sconosciute. Sperando che qualcuno segua Conte, quando dice: Belgio, modello da copiare.

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