La salute dei trentini

di Tracce

Sono meno anziani, vivono più a lungo e meglio del resto degli italiani: è questa in sintesi la fotografia che si ricava dagli studi condotti dall’Osservatorio provinciale per la salute. Il Trentino è infatti ai primi posti delle classifiche nazionali per longevità e qualità della vita (sia reale che percepita) della popolazione anziana, con una migliore capacità di reagire ai mutamenti determinati dall’invecchiamento, una maggiore autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane oltre ad alti livelli di soddisfazione per la vita che conducono. Diversi i fattori che influenzano questo generale stato di benessere: dalla condizione economica all’alimentazione, dall’istruzione all’attività fisica, dalle opportunità che offre il territorio alla disponibilità di servizi e di cure. È un quadro complessivamente positivo, ma non mancano margini di miglioramento: “per quanto la comparazione con la media nazionale faccia brillare la nostra Provincia - afferma infatti Pirous Fateh-Moghadam dell'Osservatorio - il Trentino è ancora lontano dai livelli di eccellenza di altre regioni d’Europa e da alcuni obiettivi fissati dalla Commissione europea”. Dal “Profilo di salute degli anziani” dell’Osservatorio emerge ad esempio che il 15% degli over 65 è a rischio di isolamento sociale; che quasi la metà è in sovrappeso, che il consumo di alcool ad alto rischio è frequente e che il 15% degli anziani ha sintomi di depressione. A questi dati va aggiunto che i medici prestano ancora scarsa importanza agli stili di vita (attività fisica, fumo, alcool) dei propri pazienti anziani e prescrivono troppi farmaci. I miglioramenti da realizzare riguardano sia chi è anziano oggi (1 persona su 5 in Trentino ha più di 64 anni) sia chi lo diventerà domani soprattutto perché la buona salute in vecchiaia si costruisce nel corso di tutta la vita. Dato particolarmente rilevante se si considera che il numero di persone anziane è destinato a crescere per effetto del costante aumento dell’aspettativa di vita che oggi si attesta intorno agli 80 anni per gli uomini e agli 85 per le donne (negli anni ‘50 erano rispettivamente 63 e 67). “La sfida oggi non è più solo quella di aggiungere anni alla vita - spiega Fateh-Moghadam - ma vita agli anni, che significa vivere più a lungo rimanendo attivi e in buona salute. Alla base c’è un profondo cambiamento culturale nel modo di concepire la vecchiaia, l’abbiamo scritto anche nel Piano per la salute del Trentino: da problema che grava sul sistema socio sanitario e previdenziale a risorsa per il ruolo attivo svolto dagli anziani in famiglia e nella società”. Per garantire un invecchiamento sano secondo l'Organizzazione mondiale della sanità necessario ottimizzare le opportunità di salute, partecipazione e sicurezza economica. Concretamente vuol dire prevenire e ridurre i fattori di rischio e di incidenza di disabilità, malattie croniche e morte prematura; offrire occasioni di formazione e apprendimento continuo, rendere possibile la partecipazione ad attività economiche, di volontariato, sociali e comunitarie; ridurre le disuguaglianze economiche e di genere. La prospettiva dell’invecchiamento attivo è inserita nella bozza di Piano per la Salute 2015-2025, un documento sul quale i cittadini si possono esprimere attraverso la piattaforma web iopartecipo (pianosalute.partecipa.tn.it). La consultazione online è aperta fino al 20 giugno (termine prorogato): tutti possono partecipare e dare il proprio contributo ad un Piano che parla di salute con un orizzonte di lungo periodo mettendo la persona al centro.

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