Ha chiuso il centro iperbarico di Bolzano: una grave perdita per i Trentini

Sono in tantissimi i Trentini che si rivolgono al Centro iperbarico di Bolzano, e non per le emergenze ma per curare tutta una serie di patologie che non hanno altre soluzioni: costa cara, è vero, ma è molto utile a pazienti di tutte le età. Ecco come funziona...

di Barbara Goio

In queste settimane si è consumando un duro braccio di ferro tra il Centro iperbarico di Bolzano e le due Provincie per il rinnovo della convenzione che ha portato alla chiusura della struttura alla fine di marzo: ora il centro più vicino è quello di Villafranca. Senza entrare nel merito delle scelte politiche ed economiche, vorrei solo raccontare a cosa serve questa struttura, e come lavora al di fuori delle emergenze.

 

Di recente ho frequentato il Centro per alcuni mesi, ovviamente per problemi di salute, e devo dire che la competenza e la professionalità che vi ho trovato sono davvero eccezionali. Anzi, a dir la verità sono quelle che in un mondo ideale ci aspetterebbe negli ambienti che hanno a che fare con la categoria più debole, i malati. Tutte le persone che vi lavorano, dalle infermiere che ci accompagnavano per lunghe ore all'interno dei grandi tubi pressurizzati, agli operatori esterni, ai medici, facevano il possibile per tenerci al sicuro e nel contempo essere attenti alle esigenze individuali.

 

barbara

 

 
Sono tanti quelli, moltissimi dal Trentino, che frequentano il centro: bambini, anziani, donne, uomini, sportivi, malati cronici, persone che hanno a che fare con patologie bastarde e invalidanti e chi invece si sveglia una mattina e si ritrova che non ci sente più, e solo se ricorre alla camera iperbarica in tempi brevi evita di restare sordo per tutta la vita.
 

Ogni seduta dura circa due ore, ci si mette un bel camice blu, soprascarpe e una volta entrati, il respiratore. E poi si "scende": la pressione aumenta e così l'ossigeno che si respira si scioglie nel sangue, e da lì raggiunge e guarisce piaghe, edemi, necrosi. In molti casi, l'ossigenoterapia (Ot) è l'unica cura. E' lenta, questo sì: per la sordità improvvisa bastano una decina di sedute, mentre per i problemi alle articolazioni ne servono 40 - 60, a volte più.  E' costosa, ed è per questo che viene prescritta solo in casi particolari.

C'era un bambino, unico tra noi adulti, ma l'infermiera del nostro turno non perdeva occasione per farlo ridere, e così anche noi, buffi con i nostri respiratori, le davamo una mano. E poi c'era un uomo, un po' avanti con l'età, appassionato di sci: solo al termine del ciclo di terapia ci ha svelato di essere un senatore della Marcialonga: non ne aveva mai saltata una, almeno fino a quest'ultima edizione. Forse non ne farà altre, ma sugli sci anche grazie all'Ot ci tornerà di sicuro.

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