Raccolta di vestiti, attenti ai troppi furbetti

La tradizionale generosità dei trentini e la sensibilità verso i più bisognosi sono spesso «sfruttate» in malo modo da organizzazioni di pochi scrupoli, che - spacciandosi per benefattori dei poveri e dei diseredati - in realtà puntano solo ad approfittare della buona fede delle persone

di Pierangelo Giovanetti

Caro direttore, in questi ultimi mesi si sono intensificate le richieste di scarpe, indumenti vari, borse, ecc. ecc. con piccoli avvisi incollati su porte e cancelli di Trento e dintorni. Ultimo in ordine un sedicente «P.D.P. Partito dei poveri». Ci si chiede se veramente queste sono associazioni assistenziali oppure degli sconosciuti che ne approfittano della bontà e della nostra ignoranza. A Trento operano delle vere Associazioni che promuovono queste raccolte, e allora perchè dobbiamo consegnare e regalare indumenti e accessori ancora in ottimo stato ad associazioni che vengono, come sopradescritto addirittura da Olgiate Comasco (Como)?
Il Giornale Adige, sempre attento alle nostre problematiche, può darci un segno e metterci tranquilli? Grazie e buon lavoro.

La tradizionale generosità dei trentini e la sensibilità verso i più bisognosi sono spesso «sfruttate» in malo modo da organizzazioni di pochi scrupoli, che - spacciandosi per benefattori dei poveri e dei diseredati - in realtà puntano solo ad approfittare della buona fede delle persone.
Le raccolte in serie da parte di tale fantomatico P.d.P. (partito dei poveri) (vedi foto a fianco) sono già state oggetto in molte parti d'Italia dell'attenzione dei Carabinieri, avvisati dalle popolazioni a cui periodicamente viene consegnato l'opuscolo con la richiesta di vestiti, scarpe, biancheria, borse, cinture, possibilmente in buono stato. E in alcuni casi anche elettrodomestici, pentole e giocattoli.
Il fondatore di questo sedicente partito, con base a Como, riempie tutti i suoi comunicati con le parole solidarietà e «diritti dei poveri». Ma negli opuscoli che vengono consegnati davanti alle case, anche in Trentino, non viene spiegato chi siano i poveri aiutati, se residenti in Italia o all'estero. E ancora non si dice dove finiranno tutti i sacchi raccolti e che fine faranno i soldi ricavati dalla vendite dei materiali.
Sui volantini vi è stampato un indirizzo di Olgiate Comasco, e a volte un numero di telefono. Dopo averlo digitato, però, il segnale cade a vuoto. Nulla si sa, quindi, di dove vadano a finire le donazioni dei trentini, né chi ne trae beneficio.
Dato che spesso quando si decide di privarsi di un abito per destinarlo a chi ne ha più bisogno, si cerca di assegnare indumenti, benché usati, ma di qualità, forse è il caso di fare grande attenzione. Meglio lasciar perdere tali raccolte estemporanee, poco chiare nei fini e nei destinatari, per nulla identificabili nemmeno dei soggetti che lo portano avanti.
Piuttosto ci si affidi ad associazioni e realtà consolidate che operano da lungo tempo in Trentino. A cominciare dalla Caritas, ma anche parrocchie, gruppi missionari, scout, o comunque realtà associative chiaramente identificabili, e di riconosciuta affidabilità.
Troppi furbi non hanno pelo sullo stomaco, e non si fermano nemmeno di fronte allo sfruttamento indebito della solidarietà. Spetta ai cittadini stare in guardia di fronte ai millantatori, e alle forze dell'ordine fare le verifiche necessarie. L'Adige continuerà a tenere alta l'attenzione.

comments powered by Disqus