Se i diritti civili non fanno notizia...

di Zenone Sovilla

Hoda tempo la sensazione che l'opinione pubblica italiana sia troppoimpegnata a seguire le evoluzioni nel circo del nano con le ballerinee simili amenità, per poter dedicare l'energia e l'attenzionenecessarie a una serie di emergenze che altrove nel mondo vengonoprese molto sul serio.

Peruna volta, tuttavia, non parlerò della crisi ecologica; nétantomeno di inceneritori, così, forse, anche Legambiente approverà.

Sitratta di un'altra questione rilevante che ha a che fare con idiritti civili, nel caso specifico delle persone omosessuali.


Siamoin Lituania e il Parlamento sta per adottare una legge sulla "tuteladei minori nelle pubbliche comunicazioni" che introduce fral'altro una sanzione amministrativa (da 580 a 2.900 euro) per chisvolga "promozione delle relazioni omosessuali".

Insomma,si (ri)caccerebbero nella clandestinità tutte le iniziative volte atutelare i diritti di questi cittadini: si proibisce la"manifestazione o promozione dell'orientamento sessuale" edunque sarebbero sanzionabili anche le iniziative pubbliche e leattività associative riconducibili a tale comportamento previsto dallegislatore.

Inaltre parole, si tratterebbe sostanzialmente di codificare una formadi omofobia di Stato. Al punto che vien fatto di chiedersi come sarebberotrattate in Lituania, per esempio, le denunce di violenze subitedagli omosessuali (l'anno scorso peraltro fu dapprima vietato da unTribunale e poi permesso all'ultimo minuto il Gay Pride di Vilnius che ha dovuto affrontare anche unacontromanifestazione messa in atto da qualche centinaio di neonazistie ultranazionalisti).


Lanuova normativa lituana è stata condannata da una risoluzioneapprovata a larga maggioranza dal Parlamento europeo che, invitandoVilnius a rinunciare, ricorda: "Nessuna ricerca affidabileindica che l'educazione dei bambini e dei giovani alla sessualitàpossa incidere sul loro orientamento sessuale; l'educazione sulladiversità sessuale incoraggia la tolleranza e l'accettazione delledifferenze".

Strasburgocritica anche "le dichiarazioni dai toni aggressivi pronunciatida politici e parlamentari" lituani.

Tuttavia, malgrado la Lituania sia un fresco membro dell'Unione europea (ma conquali garanzie preventive sui diritti civili?), Vilnius non sembravoler dare alcun peso alla richiesta venuta dal resto del Vecchiocontinente e sembrerebbe intenzionata a proseguire sulla esecrabilevia nazionale alla xenofobia.

Seper qualche verso si può considerare "limite", il casolituano non è peraltro l'unico allarme in Europa (non in Iran...).

Recentemente,per esempio, anche la Repubblica ceca era finita sul banco degliimputati, in relazione al trattamento riservato agli stranieriomosessuali richiedenti asilo che sarebbero sottoposti a un test adir poco umiliante.


Nell'elencodei Paesi che non brillano in fatto di riconoscimento dei diritti degli omosessuali c'è naturalmente anche l'Italia: dalRapporto 2009 dell’Agenzia Ue per i diritti fondamentali (Fra) emerge un quadro nazionale negativo siasul piano istituzionale (per esempio con la mancanza di unriconoscimento delle coppie) sia su quello sociale (si parla di unclima ostile che spesso induce le persone a vivere nella"invisibilità", senza contare la questione delleaggressioni fisiche e verbali subite).

Dilà dall'assai significativo valore intrinseco delle tematicheomosessuali qui menzionate, questa casistica mi sembra si presti in linea generale anche per delineare una serie di tendenze in vari altri ambiti della convivenza delle quali possiamo notarei segnali sconfortanti nella nostra vita quotidiana.


E nonessere ebrei, omosessuali, stranieri, di colore, appartenenti a etnieo a gruppi sociali discriminati eccetera eccetera non ci esimedall'impegnarci, per quanto ci è possibile, nel consesso civile; anzi, amaggior ragione, dovremmo tutti saper trasformare la nostra posizionein una forza da offrire a chi è più debole e subisce in silenzio (o quasi) le dinamichedella nostra epoca.

InItalia, invece, l'opinione pubblica, rappresentata da una classedirigente inadatta, è incline a rispondere con drammaticadistrazione a una serie di emergenze, nazionali ed in parte europee,come le nuove forme di intolleranza, di razzismo, di egoismoindividuale e comunitario, di micronazionalismo, di piccole e grandi persecuzioni ai danni delle minoranze stigmatizzate (dagli immigratiirregolari ai rom).

Pernon parlare, cambiando scenario, della crescente concentrazione dellaricchezza ai danni dei "meno abbienti" cloroformizzati e appagatidalla tv spazzatura e dai miti propagandati da buona parte dellaclasse (im)politica che scatena una guerra fra poveri e non disturba il manovratore.

Sipossono così trascorrere mesi a ragionare sul plastico della casa deldelitto e ignorare il rischio di un crudele degrado sociale e di un pesante arretramento delle condizioni di vita per molte persone.

Suqueste premesse torbide non si costruisce nulla di buono. E nonparlarne o sottovalutarle significa un po' farsi del male da soliassecondando i disegni che mirano a rallentare i processi diemancipazione umana.


PRIMA VENNERO

"Primadi tutto vennero a prendere gli zingari

efui contento, perché rubacchiavano.

Poivennero a prendere gli ebrei

estetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poivennero a prendere gli omosessuali,

efui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poivennero a prendere i comunisti,

edio non dissi niente, perché non ero comunista.

Ungiorno vennero a prendere me,

enon c’era rimasto nessuno a protestare".


MartinNiemöller (attribuzione incerta)

comments powered by Disqus