Caro defunto,ricordati di votarmi

di Paolo Ghezzi - NO

Perchéi partiti ci scrivono solo quando ci sono di mezzo le elezioni? Perchéil potente si ricorda del cittadino solo quando gli serve il suo voto?Perché le mailing list che i partiti potenti saccheggiano alla vigiliadelle urne per invadere le nostre cassette delle lettere, non vengonoaggiornate più puntualmente incrociandole con gli elenchidell’anagrafe? A causa di questa sgradevole e proterva superficialitàdella propaganda pre-elettorale, a un giovane giornalista romano, TommiGiuntella (figlio dell’indimenticabile Paolo, inviato della Rai ecombattente nonviolento dell’utopia resistente) è capitato ciò cheracconta in questa lettera al presidente del consiglio:

“Gentile Berlusconi, so bene che in campagna elettorale vi è laprassi di scrivere agli elettori intestando personalmente e firmando lalettera come se fosse scritta di proprio pugno, so che probabilmenteLei ha dato in appalto tale imponente comunicazione ad una società, miduole però comunicarLe che mio padre, Paolo Maria Giuntella, al quale Lei scrive una lettera firmata, è decedutoquasi due anni fa, il 22 maggio del 2008.  Capisco che essendo statomio padre un giornalista dalla schiena dritta, mai a disposizione delpotere politico - si legge ancora - Lei non abbia ritenuto utile ricordare la sua esistenza, eppure la miafamiglia apprezzò la dichiarazione di stima e cordoglio che il Suoportavoce rilasciò alle agenzie a pochi istanti dalla sua morte. Lungida me - sottrarre il prezioso tempo di questo ultimo giorno di campagnaelettorale per spiegarLe la storia di mio padre e della mia famiglia, dai lager nazisti alla scelta evangelicaper i deboli e gli ultimi della terra, quelli dei barconi, dellefabbriche, e del perché la Sua lettera avrebbeavuto poco successo con lui come poco ne avrà con chi ha raccolto ilsuo prezioso testimone, mi limito a sottolineare a Lei che ha sempremostrato una grande attenzione alla mera forma, quanto sia pocoopportuno, se non addirittura offensivo, ricevere una lettera intestatapersonalmente al mio compianto padre. Sarà mia cura recapitare da parteSua, al posto della lettera, una rosa bianca, fiore simbolo dellastrenua resistenza alle arroganze e alle violenze dei potenti, sullasua tomba, nel cimitero di Capranica (Vt). Colgo l'occasione per unirmiin solidarietà con gli altri orfani che hanno ricevuto lettereintestate ai cari defunti, provando così insieme il disagio di unacampagna elettorale dispendiosa e invasiva e la rinnovata nostalgia peruna persona amata".

Fin qui Tommi, consigliere circoscrizionale con la schiena dritta aRoma, su suo padre Paolo, che non si inchinava ai temporaneirappresentanti del potere di questo mondo.
Anime morte di un Palazzotanto più furibondo quanto più è moribondo, i potenti che scrivono aidefunti sono l’ultima spiaggia della spersonalizzazione dellademocrazia: quanto più si appella al popolo, alla gente, alla massa,tanto più il potere è lontano dalle persone concrete, dalle storiereali, dalle coscienze dei singoli che sanno assumersi, tutta intera,la loro responsabilità. A nome dei vivi e anche di chi non può piùrispondere.

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