Dal carcere minorile chiede scusa alla mamma grazie al rap

Ha trovato il coraggio grazie ai corsi nell'Ipm di Catanzaro

CATANZARO

(ANSA) - CATANZARO, 19 APR - Dal giorno in cui è stato arrestato ed è stato condotto nell'Istituto penitenziario minorile Paternostro di Catanzaro, non era mai riuscito a chiedere scusa alla madre per avere intrapreso una strada sbagliata. Un coraggio che ha trovato adesso, grazie alla musica e al supporto degli educatori e di altri ragazzi e ragazze durante i laboratori di rap del Presidio culturale permanente all'interno dell'Istituto nell'ambito di un progetto di Cco, Crisi come opportunità. E così, in occasione della Festa della mamma, Davide, in arte Davo, ha composto un brano intitolato proprio "Scusa Mamma". "Non ero mai riuscito a chiedere scusa a mia madre per i reati commessi - spiega Davide - non al momento dell'arresto, non al processo e nemmeno ai colloqui in Ipm. Non so perché non riuscissi a dirlo. Mi vergognavo troppo del dolore che le avevo fatto provare... o forse una parte di me, sapendo che mia mamma mi avrebbe perdonato, pensava di non meritarlo. Il rap mi ha reso libero". "Ora sarò migliore" è la promessa di Davo alla madre. "Un perfetto esempio - spiegano i promotori del progetto - dell'importanza dell'avere una valvola di sfogo, per chi si trova in situazioni di difficoltà: un'arma positiva, la musica, che Cco e le istituzioni con cui collabora utilizzano per offrire nuove opportunità ai giovani che pensano di non averne più". "La musica - spiega Lucariello, rapper, formatore e socio di Cco - ha una grande capacità di sublimazione e quindi un valore terapeutico. Nel momento in cui una cosa viene raccontata è come guardarla dall'esterno: si riesce a giudicarla e capirla. Quando le emozioni e le esperienze più forti e negative rimangono inespresse, diventano bombe a orologeria destinate a esplodere". Secondo Kento, rapper e formatore senior dei laboratori rap negli Ipm di Cco, "La musica è un'arma estremamente positiva, che Cco e le istituzioni con cui collabora utilizzano per offrire opportunità nuove a ragazze e ragazzi che pensano di non averne più". (ANSA).

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