Europa / Il caso

Islanda, le donne scioperano per la parità (incluse premier e ministre)

Katrin Jakobsdottir e varie colleghe di governo si sono unite oggi, 24 ottobre, allo sciopero generale che fra l'altro avviene nel Paese primo al mondo in materia di uguaglianza di genere, con una riduzione del 90% del gap salariale e sociale negli ultimi tre anni

ROMA. La premier dell'Islanda, Katrin Jakobsdottir, e varie ministre del suo governo - fra cui quelle della Giustizia e della Cultura - si sono unite oggi, 24 ottobre, allo sciopero generale delle donne per l'uguaglianza di genere: lo riferiscono i media locali. Jakobsdottir aveva confermato la sua adesione alla protesta in un'intervista venerdì al portale di notizie mbl.is.

"Non lavorerò, come spero facciano anche tutte le donne qui presenti", aveva detto. La premier ha sottolineato che non sono stati raggiunti gli obiettivi di piena uguaglianza di genere, cosa "inaccettabile nel 2023" - ha detto - nonostante siano la priorità del suo governo. E ha segnalato che le differenze di salario fra uomini e donne sono in aumento in tutto il Paese.

L'Islanda è il primo Paese al mondo in materia di uguaglianza di genere, con una riduzione del 90% del gap salariale e sociale negli ultimi 3 anni, secondo i dati ufficiali del 2022.

Ventiquattro ore di sciopero, dunque, delle donne e delle persone non binarie contro il divario retributivo: decine di migliaia saranno in piazza domani in Islanda e all'astenzione dal lavoro prenderà parte anche la primo ministro Katrín Jakobsdóttir.

Gli organizzatori sperano che le manifestazioni portino la società a riflettere sulle differenze salariali dovute al genere e sulla diffusa violenza sessuale nel Paese.

Tra i partecipanti confermati anche lavoratori dell'industria della pesca, insegnanti, infermiere.

L'ultimo sciopero femminile di un'intera giornata risale al 1975, quando il 90% delle donne islandesi si rifiutò di lavorare nell'ambito del "kvennafrí" (giorno di riposo delle donne), portando a cambiamenti cruciali, tra cui la prima donna eletta presidente di un Paese.

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