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San Valentino, in Afghanistan la polizia morale dei talebani vieta i festeggiamenti: «È da infedeli»

Mai celebrata al pari dell’Occidente, negli ultimi anni la “festa degli innamorati” si è diffusa anche a Kabul. Secondo i talebani «celebrarla è come mostrare simpatia al Papa cristiano» 

SPETTACOLI San Valentino a Trento con il Balletto Nazionale di Praga

AFGHANISTAN. La polizia morale dei talebani in Afghanistan ha vietato le celebrazioni di San Valentino. Una festa che non è mai stata ampiamente celebrata in questo paese, sebbene negli ultimi anni alcuni afghani benestanti che vivono nelle città abbiano iniziato a festeggiare il giorno degli innamorati comprando fiori.

Il risultato è che nella nota Flower Street di Kabul sono pochissimi i clienti che frequentano quei pochi negozi che continuano ad esporre fiori e ghirlande a forma di cuore. I talebani hanno spiegato che il giorno di San Valentino «non è islamico e non fa parte della cultura afghana, ma è un giorno degli infedeli». Le motivazioni addotte sono contenute in uno dei vari cartelli esposti nei negozi, che portano l'intestazione del ministero per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio dove si avvertono i potenziali acquirenti: «Evitate di celebrare la festa degli innamorati, perché è come mostrare simpatia al Papa cristiano».

Un corrispondente della Afp ha riferito che ufficiali del ministero in questione hanno pattugliato la zona di Flower Street, vestiti con le loro uniformi bianche e seguiti da una scorta armata, per controllare se il divieto venga o meno rispettato, ma ha constatato che una giovane coppia aveva comprato furtivamente dei fiori e lasciato rapidamente il 'negozio' quando avevano visto le pattuglia della polizia.

«La situazione è cambiata: non possiamo festeggiare San Valentino come gli altri anni - ha lamentato una commerciante - ma noi lo festeggiamo lo stesso. Ci sono alcune restrizioni, la situazione non è buona e noi lo festeggiamo a casa». Da quando sono salite al potere nell’agosto 2021 le autorità talebane hanno imposto numerose restrizioni alla vita sociale nel paese, in particolare nei confronti delle donne, escludendole di fatto dalla vita pubblica.

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