Guerra / Le reazioni

Draghi: 1.400 militari italiani pronti a raggiungere il confine est della Nato. Letta: aiutiamo l'Ucraina a difendersi

Il Parlamento applaude il capo del governo che ribadisce il sostegno dell'Italia alle ragioni di Kiev e annuncia le possibili nuove sanzioni erconomiche contro Mosca, che viene invitata a ritirare le truppe. Per il contingente Nato che si rafforza a Est, Roma rende disponibili anche altri 2 mila soldati

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ROMA. Il governo italiano ha sempre auspicato, insieme ai suoi partner internazionali, di risolvere la crisi in modo pacifico e attraverso la diplomazia. Qualsiasi dialogo, però, deve essere sincero e soprattutto utile. Le violenze di questa settimana da parte della Russia rendono un dialogo di questo tipo nei fatti impossibile. La nostra priorità oggi deve essere rafforzare la sicurezza del nostro continente e applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e ritorni al tavolo dei negoziati", ha detto il premier Mario Draghi nell'informativa alla Camera.

L'intera aula applude, a indicare la compattezza delle forze politiche nel sostenere la linea del governo sul conflitto in Ucraina.

Il leader del Pd, Enrico Letta, chiede anche di fornire, un aiuto concreto al popolo ucraino affinché possa difendersi: il riferimento potrebbe essere anche a forniture di strumentazioni militari.

Draghi spiega al Parlamento l’impiego delle forze italiane: pronti oltre 3.600 soldati

In parlamento il premier Mario Draghi ha fatto il punto sull’impegno militare italiano per la guerra in Ucraina: «Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla Nato sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni - circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania; e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato. Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, e con ulteriori 2000 militari disponibili».

Letta ha ribadito anche la necessità di massima accoglienza dei profughi ucraini.

Il premier Draghi ha illustrato lo scenario attuale: "In seguito all'invasione russa degli scorsi giorni, nel Consiglio Europeo di ieri abbiamo approvato misure molto stringenti e incisive, che erano in preparazione da settimane. I relativi atti legislativi sono discussi in queste ore a Bruxelles, e per questo non posso renderne conto in modo esaustivo. Saranno finalizzati e adottati in tempi rapidissimi. Martedì ritornerò sul tema".

"Per quanto riguarda le sanzioni, l'Italia è perfettamente in linea con gli altri Paesi dell'Unione Europea, primi tra tutti Francia e Germania. Le misure sono state coordinate insieme ai nostri partner del G7, con i quali condividiamo pienamente strategia e obiettivi".

"Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla Nato sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni - circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania; e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato.

Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, e con ulteriori 2000 militari disponibili". 

"Ai circa 2000 connazionali presenti" in Ucraina "è stato raccomandato di seguire le indicazioni delle Autorità locali e di valutare con estrema cautela gli spostamenti via terra dentro e fuori il Paese. Alla luce della chiusura dello spazio aereo e della situazione critica sul terreno, stiamo pianificando in coordinamento con le principali ambasciate dell'Unione Europea un'evacuazione in condizioni di sicurezza". Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante l'informativa urgente alla Camera sulla crisi in Ucraina.

"Voglio esprimere ancora una volta la solidarietà del popolo e del governo italiano alla popolazione ucraina e al presidente Zelensky. Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato".

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