Previdenza / Il nodo

Governo e Inps studiano la riforma delle pensioni: oltre la Fornero, con «scaloni» progressivi per Quota 100

La proposta: Quota 102 l’anno prossimo, poi 104 nel 2023, ma i partiti sono divisi e comunque bisogna trovare 1,5 miliardi per gli oneri derivanti

ROMA. Allungare la fase transitoria per traghettare il sistema previdenziale oltre Quota 100 (che scade a fine anno). E' questa, secondo quanto si apprende da più fonti di maggioranza e governo, una delle ipotesi sul tavolo della trattativa sulle pensioni in vista della manovra.

Il governo ha proposto una transizione di 2 anni con Quota 102 nel 2022 e quota 104 nel 2023 ma ci sarebbe un pressing per ammorbidire ulteriorimente quello che nel Dpb viene definito "graduale ed equilibrato passaggio verso il regime ordinario". La ricerca di una mediazione deve tenere conto però del limite delle risorse che attualmente ammontano a circa 1,5 miliardi in tre anni.

I sindacati chiedono un confronto «serio» prima della manovra. E di riversare tutti gli 8 miliardi del taglio delle tasse sulle buste paga dei lavoratori. Confindustria va all'attacco del reddito di cittadinanza - «soldi sprecati se non sarà riformato» - e chiede di ridurre i contributi, magari anche un po' per le imprese. E la politica tace. Perché adesso è l'ora della trattativa.

Sul fisco, sul Superbonus, ma soprattutto sulle pensioni.Ottenute dopo il via libera del Cdm le macro-cifre della legge di Bilancio - rimaste oscure agli stessi ministri fino all'ultimo - i partiti studiano le tabelle per capire i margini disponibili, non molti a dire il vero, visto che nello schema inviato a Bruxelles le risorse sono già tutte impegnate. E non è detto che bastino a soddisfare tutti i desiderata, nonostante la «coperta» non sia mai stata così lunga come quest'anno.

Il Pd riunirà il gruppo lunedì. Matteo Salvini lo fa già ieri mattina, e mantiene un basso profilo: «Siamo al lavoro per trovare una soluzione equilibrata», dice, e «difendere le pensioni» perché «la Fornero o scaloni dal primo gennaio dopo il Covid non sono la soluzione».

Sul tavolo, ferme restando le risorse che non si sposteranno dal miliardo e mezzo totale scritto nel Documento programmatico di bilancio (Dpb), rispunta una delle ipotesi tecniche della prima ora, quella di una transizione in 3 anni - più lunga di quella proposta dal Ministero delle Finanze all'ultima cabina di regia - che ammorbidirebbe l'uscita da Quota 100 passando per Quota 102 nel 2022, Quota 103 nel 2023 e Quota 104 nel 2024.

Ma il sistema delle quote non piace a tutti e penalizza le donne, come ricorda per Leu la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra.

Né tiene conto dei lavori gravosi o usuranti per i quali potrebbe però esserci una proroga con ampliamento di platea dell'Ape social, che potrebbe pescare parte dei fondi dalla dote per gli ammortizzatori sociali, visto che è uno strumento utilizzabile anche dai disoccupati.

I sindacati, dal canto loro, chiedono una vera e propria riforma della Fornero.

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