Salute / Il progetto

Riforma della sanità trentina, lo sconcerto dei sindacati al primo incontro con la giunta: «Tutto molto vago e lacunoso»

Sia i confederali che i sindacati di base, come pure quelli dei medici, chiedono all’assessore Segnana di fissare una serie di date per iniziare a parlare sul serio dell’articolazione «policentrica»

TRENTO. Tutto troppo vago. Gran fretta di chiudere l'esperienza della sperimentazione organizzativa targata Zeni-Bordon, ma senza sapere bene i dettagli dell'annunciata nuova riorganizzazione. Se già i sindacati erano scettici nel momento in cui hanno ricevuto la convocazione della Provincia e dell'Azienda sanitaria, ieri lo sconforto è aumentato al termine dell'incontro.

Assenti, come già annunciato, i sindacati autonomi dei medici. «Con la documentazione avuta in tempi troppo stretti e con la convocazione giunta - evidentemente - solo per adempiere formalmente a un obbligo di legge, abbiamo incontrato l'assessora Segnana e i dirigenti Ruscitti, Ferro e Benettollo. Un unico incontro con le rappresentanze del comparto e della dirigenza sanitaria non medica - dopo gli oltre 30 che ci sarebbero stati, così ci è stato riferito, con gli altri attori del sistema a partire dai rappresentanti dei medici di medicina generale - non può certamente intendersi rispettoso del ruolo e del lavoro di tutto il personale che a vario titolo opera in Sanità». Queste le parole del segretario generale della Fp Cgil del Trentino Luigi Diaspro che, assieme a Gianna Colle e Marco Cont, ha partecipato all'incontro di ieri mattina.

Fp Cgil spiega che una riforma di tale portata non può prescindere da metodi e tempi di confronto congrui. Quindi, se l'intento era di chiamare per avere un parere, la risposta del sindacato è quella invece di iniziare il confronto. «È complicato fare valutazioni visti gli scarni contenuti della delibera: priva di dettagli su ragioni, modalità e risorse per raggiungere obiettivi espressi, anch'essi, in maniera generica. Bene i maggiori coordinamento e prossimità potenziando e ampliando strutture e reti territoriali, bene agire sulla semplificazione e l'efficientamento della catena di comando, ma mancano il come, il quando e con quali risorse umane e finanziarie visto che il maggior costo dell'operazione è indicato in delibera in 400.000 euro».

Sull'organizzazione territoriale: «Conveniamo sulla necessità del decentramento, ma sull'ospedale policentrico mancano dettagli su costi, organizzazione e fabbisogni di personale. All'incontro di ieri mattina le tre confederazioni hanno stigmatizzato il poco tempo a disposizione per approfondimenti: tempi ridotti al minimo che, anche questa volta, hanno reso il confronto con le parti sociali una "mera formalità. I sindacati chiedono di istituire un tavolo sindacale per ragionare, anche insieme ad altri soggetti portatori di interesse, di sanità in Trentino. Per questo abbiamo chiesto all'assessora Segnana di calendarizzare al più presto una serie di incontri con le rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori. Parla di «incontro del tutto insufficiente e di tante domande senza risposte» il segretario della Cisl Fb Giuseppe Pallanch.

Il documento è «lacunoso e incompleto» anche per il Nursing Up, sindacato che rappresenta gli infermieri che ritengono inoltre che l'impostazione della riforma sia molto medico e amministrativo centrica. «Sicuramente la sperimentazione aveva bisogno di essere rivista per alcuni aspetti ma si doveva ripartire da lì, non buttare tutto senza sapere dove andare», spara a zero Cesare Hoffer ricordando anche è inutile che si parli di attirare i professionisti se non si stanziano risorse per rinnovare i contratti. «L'attivazione dell'ospedale policentrico, con conseguente valorizzazione ed attribuzione di attività, come verrà sostenuto economicamente e con quale personale, vista l'enorme difficoltà a trovare personale medico specialistico ed infermieristico disposto a lavorare nelle periferie?».

La Fenalt di Paolo Panebianco (Fenalt) approva l'impianto generale della riforma ma condivide con gli altri sindacati la considerazione che la delibera è scarna e c'è bisogno di approfondire i dettagli, soprattutto sul fronte delle risorse che serviranno per attuare i progetti.

Nicola Paoli, della Cisl medici, da parte sua ha confermato la «disponibilità a discutere nei particolari tale proposta, secondo anche quanto firmato nel tavolo tecnico aziendale per la medicina convenzionata un mese e mezzo fa, e quanto assicurato per i medici di Rsa e per la specialistica ambulatoriale interna da Apss». Anche lui pone comunque tutta una serie di questione da approfondire, in particolare che venga meglio esplicitata la declinazione trasparente dei venti piccoli Dipartimenti omogenei medico sanitari previsti nella delibera, che si spieghi meglio come si intende procedere per gli spostamenti dei dirigenti all'interno della rete ospedaliera e infine « come la delibera coordinerà le risorse economiche previste dal Pnrr in riferimento alla Missione 6, sia per quanto riguarda i territori, le Rsa, gli ospedali, dipendenti o indipendenti che siano dai governi dipartimentali».

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