Il ricordo / Vermicino

Quarant’anni fa la tragedia di Alfredino, le parole della mamma

Il 10 giugno 1981, 28 milioni di spettatori restano incollati 18 ore davanti allo schermo. Tutti sperano che il servizio del tg racconti il salvataggio del bimbo caduto in un pozzo: purtroppo è finita male

ROMA. In questo Paese "manca ancora a livello diffuso la cultura della prevenzione". La considerazione è di Franca Bizzarri Rampi, la madre di Alfredino Rampi, il bimbo di 6 anni inghiottito e morto in un pozzo artesiano a Vermicino, a Frascati, nel giugno del 1981.

Un pensiero il suo affidato a Daniele Biondo, psicoanalista, del direttivo del "Centro Alfredo Rampi”, fondato a poche settimane dalla tragedia, indimenticabile, anche a distanza di 40 anni, per molti italiani che in migliaia per tre giorni rimasero incollati davanti al televisore per seguire i tentativi di salvataggio del piccolo immerso nel fango. Anzi quando la Rai decise di interrompere la diretta, l'azienda fu subissata di proteste e decise di ristabilire il collegamento ma non poté raccontare il sospirato lieto fine ma il triste epilogo.

"Anche se in realtà Franca Rampi - ricorda Biondo - davanti a quelle telecamere non accettò di esibire il proprio dolore e proprio per questo fu trattata male da una certa stampa conformista dell'epoca. Reagì al dolore con grande forza: fece subito un appello per mobilitarsi come cittadini e istituzioni, fondò dopo poco l'associazione a nome del figlio perché nessuna mamma dovesse vivere il dramma che aveva vissuto lei. Fu l'unica diretta di tre giorni che raccontò davvero la realtà: in cui si vide la confusione, la disorganizzazione, la pressione psicologica sui soccorritori e il paese ne rimase traumatizzato. Fu davvero un racconto della realtà, mentre i reality oggi sono solo finzione".

Se sul versante della prevenzione c'è ancora molto da lavorare, su quello dei soccorsi "al contrario si sono fatti passi da gigante - sottolinea lo psicanalista - e in Italia dopo 40 anni è cambiato tanto purtroppo e al tempo stesso grazie a Vermicino. Tutto quello che all'epoca è mancato e che purtroppo, forse, ha generato anche il fallimento del salvataggio di Alfredino è migliorato. Abbiamo imparato che c'era bisogno di un sistema organizzato di soccorsi, un coordinamento tra soccorritori che a Vermicino non c'era".

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