Acquisto in proprio dei vaccini, Zaia: «Possibile senza intaccare i quantitativi Ue»

«Noi facciamo il nostro mestiere, siamo un paese talmente malato che si critica chi fa il proprio mestiere». Luca Zaia, presidente della regione Veneto, replica alle critiche sulla questione vaccini "autonomi": «Noi i progetti li facciamo tutti nella legalità, nel rispetto delle regole e delle direttive. Il governo non si esprime e neanche l’Europa, da cui ieri è partita una comunicazione che i vaccini si possono comprare, cosa che le multinazionali non hanno mai smentito. Adesso sembra un’attività losca preoccuparsi dei cittadini».

Secondo quanto è trapelato, il Veneto ha avanzato due o tre manifestazioni di interesse riguardanti l'acquisto di diversi milioni di dosi. Le forniture sarebbero quindi condivise con Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.

Si tratterebbe di vaccini fornite sia da aziende con sede nella Ue sia da realtà extraeuropee.Al momento i prodotti in questione sono gli unici autorizzati da Ema e Aifa; Pfizer-BionTech, Moderna e AstraZeneca.

Ma se è fatto divieto di acquisto di dosi opzionate nei contratti siglati dalla Ue con le case farmaceutiche, come fa un ente regionale a trovarli nel mercato? Zaia ha parlato di surplus di produzione, dunque di dosi fuori dai quantitativi già dovuti alla Ue, perciò negoziabili da una singola Regione: «Gli atti degli accordi Ue sono secretati, ma dato che continuano ad arrivarci offerte, ne deduco che probabilmente l'Unione europea non ha opzionato i quantitativi che stanno sopra quelle quote. Evidentemente sul mercato c'è quell'inoptato, un surplus di produzione di cui non ha tenuto conto chi ha condotto le contrattazioni, ma che può essere comprato da altri. Nessuno può vietarcelo, tant'è vero che in questi giorni di dibattito sul tema non è arrivata alcuna smentita da parte delle aziende farmaceutiche. La stessa Ue non ce l'ha proibito, ma anzi con la sua ammissione di impotenza ha implicitamente riconosciuto l'esistenza di un mercato alternativo».

Il presidente ha poi spiegato: «Non siamo stati noi a cercare nessuno non è colpa nostra se ci chiamano perché si fidano di noi. Sul covid, se c’è qualcosa da testare si chiama il Veneto, c’è il mondo intero che ci manda attrezzature per testare e capire. Se è vero che i vaccini salvano la vita, è altrettanto vero che bisogna vaccinare velocemente i veneti. Le persone ci chiedono continuamente di essere vaccinate. Questa è attività a favore dei veneti.

C’è un aspetto morale, che la strada va perseguita e si deve arrivare fino alla fine della trattativa, e se non si comprano è perché qualcuno non ce li vuole vendere o perché qualcuno ci vuole impedire di comprarli».

Poi, gli attacchi ai chi fa attacchi "moralistici" contro un ente locale che cerca di adoperarsi per accrescere il numero delle dosi disponibili: «È vergognoso quello che sta accadendo, questo è un Paese nel quale se cerchi di risolvere un problema crei problemi. Io sono allibito. E dire che i vaccini acquisiti autonomamente dal Veneto verranno numericamente stornati da quelli forniti dal ministero è una minaccia. Noi non stiamo trattando al mercato nero. E il ogni caso se il governo dice no, lo dice ai cittadini italiani».

Su chi siano gli interlocutori nella trattativa di acquisto dei vaccini, il dg della sanità Veneto Luciano Flor, spiega che si tratta «di nomi e cognomi anche italiani, sono i legali rappresentanti di aziende. Noi vogliamo seguire la stessa prassi che seguiamo quando compriamo un farmaco non disponibile in Italia».

Ieri, la Ue ha precisato: «I negoziati paralleli con le aziende con cui la Commissione europea ha contratti di pre-acquisto non sono in linea con la nostra strategia. Per vaccini prodotti da altre aziende, Regioni o Stati membri possono concludere i contratti».

E Zaia ha replicato: «Le Regioni sono autorizzate a comprare farmaci anche in Paesi stranieri. Non c’è nessuna legge che vieti l’acquisto; ovviamente dev’essere autorizzato, in questo caso dal ministero della salute».

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