Sedicenne morta, fu drogata e stuprata

AGGIORNAMENTO

Il ministro dell'Interno Salvini ha visitato a San Lorenzo, a Roma, lo stabile occupato dov'è morta la 16enne Desiree. Ad accoglierlo, una contestazione di militanti dei centri sociali al grido di «sciacallo, sciacallo», ma anche applausi da alcuni cittadini. «Non si può morire stuprata nel cuore di Roma, ho chiesto pugno di ferro», ha detto il leader della Lega annunciando il suo ritorno «con una ruspa» e un piano straordinario di sgomberi. Vertice in Prefettura sul caso Desiree e sull'incidente di ieri sera nella metropolitana, per il quale la Procura ipotizza anche il reato di disastro colposo. Tensione fra il ministro e la sindaca Raggi che accusa: «La Lega forse non conosce Roma».

 


 

Tracce di stupefacente e segni di un rapporto sessuale. L’autopsia sul corpo di Desiree Mariottini, la sedicenne di Cisterna di Latina trovata morta in uno stabile occupato a Roma, a San Lorenzo, nella notte tra venerdì e sabato, racconta di una morte che potrebbe essere sopraggiunta dopo uno stupro e un’overdose.

C’è anche un testimone, un ragazzo senegalese, che alla polizia ha raccontato: «L’hanno drogata e violentata». Un teste oculare che avrebbe visto Desiree moribonda, o forse già morta, sdraiata con una coperta sopra.

«Una ragazza urlava - ha detto il giovane, che ha già reso deposizione in Questura -. Ho guardato quella che urlava e c’era un’altra ragazza a letto: le avevano messo una coperta fino alla testa, ma si vedeva la testa. Non lo so se respirava ma sembrava già morta, perchè l’altra ragazza urlava e diceva che era morta».

Il racconto del giovane è vagliato in queste ore anche dai magistrati della Procura di Roma del pool reati sessuali che procedono per omicidio e stupro. «Io sono del Senegal. Io c’ero quella sera, dopo che è morta c’ero», ha raccontato il testimone le cui parole sembrano rafforzare gli indizi emersi dall’esame autoptico. Nell’edificio c’erano africani e arabi: un po’ di gente, sei o sette persone.

Sempre secondo la testimonianza, accanto a Desirèe ci sarebbe stata anche un’altra ragazza: «era italiana penso pure fosse romana, parlava romano, urlava “l’hanno violentata”, poi lei ha anche preso qualche droga perchè lì si vende la droga. Lei diceva “sono stati tre sicuramente o quattro”».

Per ora, anche se la Procura ipotizza lo stupro, l’autopsia non avrebbe evidenziato segni di violenza ma di un rapporto sessuale che ora le indagini dovranno verificare se consensuale.

Gli investigatori stanno ascoltando diverse persone, quasi tutti frequentatori dello stabile di via dei Lucani, nel quartiere di San Lorenzo, zona di universitari e che di notte si trasforma in luogo di movida, ma anche di alcol e spaccio.

L’edificio intanto è stato posto sotto sequestro. Tanti i sopralluoghi e sono stati acquisiti anche i filmati delle telecamere di sorveglianza.

Desiree Mariottini viveva a Cisterna di Latina. Il quartiere di San Lorenzo sono giorni che mostra la sua solidarietà alla famiglia della ragazza e su un muro è apparsa anche una scritta vergata con la vernice bianca «Giustizia per Desiree. San Lorenzo non ti dimentica». Un presidio di solidarietà è in corso anche oggi.

Una morte che ricorda quella di un’altra giovanissima, Pamela Mastropietro, 18enne romana, fuggita da una comunità e andata a morire a Macerata drogata, violentata e poi uccisa.

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