Anche il Financial Times con la candidata Hillary

Raramente in un’elezione presidenziale americana la scelta è stata così estrema e la posta in gioco così alta» afferma il Financial Times, sottolineando che l’ordine internazionale negli «ultimi 70 anni si è sfilacciato. Il voto sulla Brexit rimuove un pilastro dell’Ue. La Cina sta sfidando il ruolo americano nell’area del pacifico e il sistema di Bretton Woods. Con Vladimir Putin la Russia sta minacciando i confini della Nato e apparentemente orchestrando fughe di notizie per influenzare le elezioni americane».

«Questo è il momento per un rinnovo della leadership americana. Un candidato ha le credenziali», ed è Clinton.

Secondo il Financial Times, Trump ha dimostrato «sprezzo verso la democrazia americana. Ha sollevato il dubbio di elezioni truccate e non ha garantito che accetterà il risultato elettorale.

Ha minacciato di mandare in carcere Clinton. La sua arroganza è senza precedenti. Il presidente è il commander-in-chief, colui con il controllo del maggiore arsenale nucleare al mondo. Trump ha un temperamento discutibile. Per tutti i suoi anni da conduttore di reality tv, non è pronto per il prime time».

Nonostante questo Hillary Clinton ha «molto da dimostrare. Per molti elettori americani, i suoi decenni di servizio pubblico non contano molto e Hillary incarna un lontano establishment.

La sua campagna non ispira. Ha incontrato difficoltà contro Bernie Sanders» mette in evidenza il Financial Times. «Le elezioni sono un test per la legittimità del sistema politico americano, con profonde implicazioni per il resto del mondo. Clinton non ha la fiducia della maggioranza degli elettori. Ma è più competente di Trump».

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