Il Papa sabato in visita a Lesbo «Solidarietà a profughi e abitanti»

Il Papa, in un «appello» alla fine dell’udienza generale, ha ricordato che sabato sarà a Lesbo, «per esprimere vicinanza e solidarietà sia ai profughi sia ai cittadini di Lesbo e a tutto il popolo greco, tanto generoso nella accoglienza. Chiedo per favore - ha detto - di accompagnarmi con la preghiera, invocando la luce e la forza dello Spirito Santo e la materna intercessione della Vergine Maria».

Subito prima ha ricordato che a Lesbo «nei mesi scorsi sono transitati moltissimi profughi» e che compirà la visita con il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e con il capo della Chiesa ortodossa Greca, Hieronymus.

E la situazione in Grecia non si rasserena: nuovi scontri sono scoppiati tra la polizia macedone, che ha usato lacrimogeni e granata assortandi, e i migranti bloccati a Idomeni che tentano di scavalcare il recinto al confine con la Grecia.

«Visto il recente quanto controverso accordo Ue che prevede il respingimento in Turchia dei migranti che sbarcano sulle sponde della Grecia, - ha commentato il JRS, servizio dei gesuiti per i rifugiati, che è presente a Atene e con una piccola rappresentanza anche a Lesbo - la visita del Pontefice non potrebbe giungere in un momento migliore, tenuto conto che detto accordo contravviene al dettato della legge internazionale nonchè viola il principio di non-respingimento delle persone bisognose di protezione».  

«In un tempo in cui i respingimenti sembrano essere la soluzione avanzata dall’Ue, - spiega il Jrs - ci auguriamo che la visita del Papa non rappresenti soltanto un segno di speranza per i rifugiati, ma costituisca uno stimolo concreto al governo greco e agli altri stati europei perchè concretizzino nella pratica quella stessa speranza».

Alle 820.000 persone che sono entrate in Europa attraverso la Grecia nel 2015, ricorda il JRS, si assommano gli oltre 150.000 rifugiati e migranti sbarcati in Grecia quest’anno, di cui oltre la metà approdati direttamente a Lesbo. Per molti «queste coste sono l’unico simbolo di speranza», ha commentato il cardinale Antonio Vegliò, presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti.

«La visita di Papa Francesco nell’isola greca di Lesbo ha un significato straordinario che va molto oltre il suo valore simbolico per configurarsi come una testimonianza di umanità e di solidarietà», ha rilevato il presidente della commissione affari sociali della Camera Marco Marazziti.  

«Chi in Europa parla oggi con il linguaggio della chiusura - auspica Marazziti - prenda esempio dal gesto straordinario di papa Francesco per comprendere che la gestione dei flussi migratori non passa per muri e fili spinati; oggi dobbiamo dire tutti grazie a Papa Francesco per questo nuovo insegnamento che mi auguro possa diventare patrimonio di tutti i governi europei».

I dettagli del viaggio saranno illustrati oggi dal portavoce Federico Lombardi.

Nell’udienza generale davanti a oltre 22mila persone il Papa, proseguendo le sue catechesi sulla misericordia nel nuovo testamento, ha ricordato che Gesù viene criticato dai farisei perchè invita al banchetto pubblicani, peccatori e prostitute, «eppure - ha detto - la missione di Gesù è proprio questa: non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati, Gesù si presenta come un buon medico, annuncia il regno di Dio e i segni della sua venuta sono evidenti: risana dalle malattie e libera dalle paure e dal demonio».

Papa Francesco ha cioè affrontato uno dei temi della esortazione apostolica Amoris laetitia, appena pubblicata. In particolare la questione della eucaristia, che non è premio per i santi ma medicina per i fragili.

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