Pensioni, per l'uscita flessibile tutto slitta alla «stabilità» 2017

L’intervento sulle pensioni per rendere l’uscita flessibile è ancora sul tavolo dell’esecutivo, anche se i tempi non potranno che coincidere con la legge di Stabilità per il 2017. «Questa è la volontà del governo», spiega il neo-sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannici, ma, aggiunge: «Il dossier verrà approfondito più avanti».

Tutto gravita intorno ai conti: «cercheremo di affrontare» il tema «nella prossima legge di stabilità», «se il quadro di finanza pubblica lo consentirà».

Ma non è il solo cantiere aperto sul fronte del welfare, Nannicini parla anche di «un’ipotesi di studio» per ridurre il costo del lavoro stabile in Italia. Il cosiddetto cuneo contributivo, da sempre additato come uno dei mali dell’economia italiana. D’altra parte, dice Nannici, l’esonero contributivo così come immaginato nelle ultime due manovre non può andare avanti a lungo. Lo sgravio per i neoassunti a tempo indeterminato, «se verrà rinnovato, lo sarà per un anno». Dopo c’è un bivio: tornare alla situazione di prima o studiare il taglio strutturale del cuneo, ma senza intaccare le pensioni future». E sulle «pensioni di reversibilità non c’è mai stato nulla».

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