Quanti gli alloggi Itea liberi? Polemica Provincia-sindacati

«Gli alloggi che possiamo definire realmente sfitti, in quanto ultimati e segnalati agli enti locali, sono ad oggi 172 e risultano peraltro in attesa di un’imminente stipula di contratto; a questi si aggiungono 35 alloggi che il Settore utenti trattiene per esigenze di cambio alloggio o altre analoghe, mentre 154 alloggi sono inseriti in edifici che necessitano di una ristrutturazione integrale e quindi non sono al momento utilizzabili». Lo afferma l’assessore all’edilizia della Provincia di Trento, Carlo Daldoss.

«Questo - aggiunge - è il caso della Nave di San Pio X ma anche di altri edifici Itea come ad esempio quelli di Caldes, Strigno, Nogaredo e via Maioliche a Rovereto».

«Itea spa - prosegue Daldoss - conta di rimettere a breve in circolo una parte di questi alloggi, dopo gli opportuni interventi».

«Ad oggi vi sono inoltre 683 appartamenti di risulta, ovvero già precedentemente riconsegnati ad Itea spa dagli inquilini, in ristrutturazione, di cui ben oltre 400 già in fase avanzata di lavorazione o in corso di ultimazione.

Infine, nel corso del 2015 gli alloggi di risulta consegnati a nuova utenza sono stati circa 600, a fronte di 450 nuovi alloggi riconsegnati all’azienda dagli inquilini. La forbice tra gli alloggi che entrano ed escono dal ciclo della risulta si è quindi fortemente ridotta», conclude Daldoss.

In una  una nota congiunta dei segretari di Cgil, Cisl e Uil del Trentino si afferma che «sono circa 1.200 gli alloggi Itea liberi e non assegnati in tutta la provincia. Tanti, troppi visto che corrispondono a circa il 10% del patrimonio di Itea. Il dato è ampiamente noto e, più volte, Cgil, Cisl e Uil del Trentino l’hanno sollevato per chiedere alla Giunta provinciale di provvedere tempestivamente alla loro manutenzione, ristrutturazione e locazione ai tanti cittadini - oltre 4.000 - che aspettano in graduatoria un alloggio a canone sociale».

«Le rassicurazioni dell’assessore all’edilizia abitativa, Carlo Daldoss, non bastano più - scrivono ancora i sindacati - ora servono i fatti».

«Quello della mancata locazione degli alloggi di risulta, è uno dei motivi, assieme alla mancata indicizzazione dell’Icef al costo della vita, al mancato decollo fondo di garanzia per l’affitto, alla riduzione nell’erogazione degli assegni di integrazione al canone sul libero mercato e soprattutto agli aumenti significativi, da gennaio, dei canoni sostenibile agli inquilini con Icef superiore a 0,23, per i quali abbiamo fortemente criticato le modifiche apportate dalla Giunta provinciale al regolamento di edilizia abitativa».

Inoltre, la mancanza di investimenti nell’edilizia sociale è uno dei punti critici anche della manovra di bilancio 2016, considerato che la legge di stabilità finanzia solo progetti di edilizia agevolata ed a canone moderato«, concludono i sindacati.

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