Ingresso vietato agli islamici Zuckerberg contro Trump

Mark Zuckerberg scende in campo nella polemica sui musulmani provocata dalla proposta di Donald Trump, e con un post su Facebook scrive: «Voglio aggiungere la mia voce a sostegno dei musulmani nella nostra comunità e ovunque nel mondo. Combatteremo per proteggere i vostri diritti e creare un clima di pace e sicurezza».

«Dopo gli attacchi di Parigi e l'odio di questa settimana posso solo immaginare la paura che i musulmani sentono di essere perseguitati per le azioni di altri», scrive Zuckerberg, sottolineando come gli attacchi alla libertà di chiunque finiscono per colpire tutti. «L'odio di qualcuno - prosegue il fondatore di Facebook - può rendere facile soccombere al cinismo. Ma non dobbiamo perdere la speranza. La speranza di un mondo migliore».

Frattanto Donald Trump vola nei sondaggi dopo la bufera provocata dalle sue affermazioni sui musulmani. Secondo Ipsos guida i candidati repubblicani per Usa 2016 con il 35% delle preferenze. Mentre secondo una proiezione di Cnn e Wmur in New Hampshire, secondo stato in cui si faranno le primarie, il re del mattone è in testa con il 32%. Anche l'Onu va all'attacco della sua presa di posizione sugli islamici.

Le affermazioni di Donald Trump sui musulmani danneggiano il piano di reinsediamento negli Stati Uniti dei profughi siriani e di altri Paesi che sono in fuga da guerre e persecuzioni. Lo afferma l'agenzia per i rifugiati dell'Onu (Unhcr).

Quasi due terzi degli elettori che voteranno alle primarie repubblicane appoggia la proposta di Trump, secondo un sondaggio di Bloomberg. A sostenere uno stop temporaneo dell'ingresso dei musulmani in Usa - secondo Bloomberg - è il 37% di tutti gli elettori americani. Mentre oltre un terzo di quelli repubblicani sostengono che l'uscita di Trump sull'Islam li ha probabilmente convinti a votare per lui alle primarie.

Trump aveva detto di voler chiudere l'accesso agli Stati Uniti per i musulmani «fino a quando i nostri rappresentanti non avranno capito cosa sta succedendo». Parole bocciate dalla Casa Bianca ("sono totalmente contrarie ai nostri valori come americani, ma anche contrari alla nostra sicurezza"). E anche direttamente da Obama. «Ricordiamoci - ha detto il presidente americano - che la nostra libertà è legata alla libertà degli altri. Indipendentemente dalla loro razza, dal loro nome e dalla fede che praticano»: così Obama ha ricordato al Congresso l'abolizione della schiavitù, ma con un chiaro riferimento alla proposta di vietare l'ingresso dei musulmani in America di Donald Trump.

Ma c'è anche chi teme questo interventismo apparente troppo rozzo: per il New Yorker, Bibbia degli intellettuali americani, «Donald Trump è il nuovo Le Pen». É il titolo dell'editoriale che si scaglia contro il candidato alla nomination repubblicana ma che rivela anche un po' di timore. «Non è ancora arrivato al limite estremo» della leader del Fn, chiarisce la rivista. Trump «è a favore dell'immigrazione legale, per esempio. Ma, in altri modi, il suo messaggio è incredibilmente simile al suo. E, su una questione, non è stato da meno», scrive la rivista riferendosi all'ultima proposta di Trump.

Per parte sua, anche il premier israeliano Benyamin Netanyahu «respinge le recenti affermazioni di Donald Trump sui musulmani». Lo fa sapere il suo ufficio ricordando che lo Stato di Israele rispetta tutte le religioni. Netanyahu incontrerà Trump, alla sua prima volta in Israele, il 28 dicembre a Gerusalemme.

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