L'intesa possibile: Valdastico con uscita a Trento Sud

di Luisa Maria Patruno

L'intesa tra Regione Veneto, Stato e Provincia di Trento sulla realizzazione della Valdastico nord non c'è ancora, ma la novità rispetto al passato è che per la prima volta il Trentino - preso atto di non poter esercitare un diritto di veto - ha posto le sue condizioni per un «sì» a questa autostrada di collegamento con il Vicentino della quale si parla da decenni.

Ieri il presidente della Provincia, Ugo Rossi , si è infatti incontrato a Roma con il ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio, e con il governatore veneto Luca Zaia , alla vigilia della riunione del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) prevista per oggi che avrebbe dovuto avere all'ordine del giorno la «presa d'atto dell'intervenuta intesa della Provincia di Trento sulla realizzazione dell'opera» insieme al «mandato al ministero delle Infrastrutture di richiedere alla Commissione europea di differire di 18 mesi il termine del 30 giugno 2015 per l'approvazione del progetto definitivo dell'intero collegamento autostradale A31 Valdastico nord al fine di mantenere la scadenza della concessione al 2026» della autostrada Serenissima.

In realtà, il segretario del Cipe e fedelissimo di Renzi, Luca Lotti, aveva dato insieme al governatore veneto Zaia una lettura decisamente forzata a una lettera del 17 giugno scorso a firma di Ugo Rossi in cui il governatore trentino esprimeva la disponibilità a «valutare l'individuazione di un corridoio sufficientemente localizzato per lo sviluppo in territorio trentino delle connessioni con il Veneto, con riferimento al quale verificare se sussistono le condizioni per l'eventuale formazione di un'intesa da parte della stessa Provincia sulla realizzazione dell'opera, corridoio funzionale, tra l'altro, per l'alleggerimento del traffico nella zona dei laghi dell'Alta Valsugana e di Trento e corredato delle infrastrutture atte a convogliare sulla nuova arteria il traffico pesante favorendo la salvaguardia ambientale della Valsugana orientale trentina».

Si è interpretata questa «disponibilità a verificare se sussitono le condizioni» come un «sì» alla Valdastico con alcune modifiche.

Ieri dunque a Roma il governatore Rossi ha spiegato a Delrio e a Zaia che più che a una conclusione si è solo all'avvio di un confronto che non c'è mai stato. Ma certo sedersi a un tavolo per parlare di Valdastico e di collegamenti con il Veneto già vuol dire entrare nel merito delle soluzioni possibili e dunque non escludere più l'eventuale realizzazione dell'autostrada.

«La Provincia di Trento - spiega Rossi - ha ribadito ciò che dice dal 2010 ovvero che c'è la contrarietà all'opera ma l'intesa non è un diritto di veto e dunque nel principio di leale collaborazione e nel rispetto delle norme di attuazione e della sentenza della Consulta, che conferma l'obbligo dell'intesa, siamo disponibili ad aprire un procedimento nel quale ci potranno essere presentate proposte che non riguardano solo la Valdastico ma il tema dei collegamenti viabilistici tra Veneto e Trentino nel complesso che non sia in contraddizione con lo sviluppo delle politiche ferroviarie».

«Non spetta a noi - precisa poi Rossi - proporre soluzioni tecniche o tracciati. Di questo si deve fare carico la Regione Veneto e il ministero che hanno necessità della proroga della concessione della Serenissima. Noi lo capiamo, non siamo negativi, ma la nostra disponibilità è procedurale e non di merito. Noi pensiamo che il ministero può dunque chiedere a Bruxelles la proroga dei termini del 30 giugno per l'approvazione del progetto definitivo. Ci aspettiamo la proposta di un tavolo paritetico, cosa mai fatta, per confrontarci per farci carico dei bisogni reciproci».


 

Le condizioni poste dal Trentino per far passare la Vandastico nord sono: l'alleggerimento del traffico nella zona dei laghi in Alta Valsugana e a Trento e dunque la realizzazione di infrastrutture (circonvallazioni a Trento e in Valsugana) per «convogliare sulla nuova arteria il traffico pesante favorendo la salvaguardia ambientale della Valsugana orientale trentina» nonché «l'impegno del Veneto a non realizzare in futuro la nuova superstrada Valsugana» per la quale nel 2011 la Regione aveva approvato il project financing.

Nella riunione pre-Cipe di mercoledì scorso è stata presentata anche una nuova ipotesi di tracciato della Valdastico nord, nel territorio trentino, che, si scrive negli atti preparatori, corrisponde all'«esito delle interlocuzioni» che ci sono state tra ministero delle Infrastrutture, Regione Veneto e Provincia di Trento. Si considera, tra le varie ipotesi già fatte, il T3 (vedi cartine) come tracciato di riferimento per lo sviluppo del nuovo progetto definitivo che abbia la condivisione della Provincia. È il tracciato che prevede lo sbocco della Valdastico invece che a Besenello al casello Trento sud dell'A22. Ma la vera novità consiste nella previsione di una nuova bretella (5 Km) per collegare la Valdastico alla Valdugana . La bretella partirebbe all'intersezione fra i tracciati T3 e T6 a Pian dei Pradi e sbucherebbe a Levico Terme.

Negli uffici tecnici della Provincia di Trento però smentiscono che questo progetto della bretella Valdastico-Valsugana sia stato partorito o condiviso dalla Provincia stessa e anzi lo definiscono «assurdo» per la partenza da Pian dei Pradi. Di certo comunque il Trentino sollecita un collegamento tra la Valdastico e la Valsugana.

Il ministero delle Infrastrutture prevede che saranno necessari «18 mesi» per apportare le dovute modifiche. A Trento si fa presente che comunque per far passare il progetto della Valdastico servirà una modifica del Pup che vuol dire l'approvazione di una legge provinciale preceduta da confronti pubblici.

L'assessore ai lavori pubblici, Mauro Gilmozzi si mostra seccato per le pressioni di Roma e Venezia: «Siamo disposti a verificare il "se", valutando le proposte che lo Stato e il Veneto vorranno farci, pur non essendo d'accordo sull'opera, per cercare di raggiungere il compromesso migliore, che ci risolva i problemi e non che ce ne crei.

Per questo abbiamo affrontato anche il tema del "come" indicando, tra le nostre esigenze, l'alleggerimento del traffico nella zona laghi e di Trento e il no alla realizzazione di una nuova superstrada a pagamento sulla Valsugana.

Certo, se al nostro atteggiamento ragionevole otteniamo una risposta sfacciata e arrogante, come quella della Regione Veneto, che ha deto per fatta l'intesa, questo ci maldispone a sederci al tavolo. Per quanto ci riguarda, infatti, quel progetto può stare lì per altri 30 anni».

Per parte sua, il governatore veneto Luca Zaia ieri ha interpretato le parole di Rossi come una «frenata» rispetto alla lettera che aveva mandato il 17 giugno scorso sulla questione e interpretate come solo una richiesta di modifica del progetto e rinuncia del Veneto alla realizzazione della autostrada in Valsugana. Ieri la delegazione veneta ha interpretato le parole di Rossi come l'effetto di una difficoltà interna alla sua giunta nel far digerire il sì alla Valdastico, soprattutto al Pd, dopo anni e anni di resistenze al progetto.

Poco male, comunque, oggi il Cipe dovrebbe prendere atto dell'avvio della procedura per raggiungere l'intesa dando poi mandato al ministero per le Infrastrutture di richiedere alla Commissione europea di differire il termine imminente del 30 giugno per l'approvazione del progetto necessario per poter mantenere la proroga della concessione dell'autostrada Serenissima al 2026.
In ogni caso, il progetto per la parte sul territorio trentino non potrà essere realizzato come previsto e dunque questi mesi e forse di più serviranno per mettere a punto nuove soluzioni che possano andare bene al Trentino.

IL NUOVO TRACCIATO POSSIBILE E LE IPOTESI DI BRETELLA

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