Fassina, Pd addio: vado a sinistra con Civati

Una decisione sofferta, meditata a lungo e che alla fine è arrivata: Stefano Fassina ha lasciato il Pd. Lo ha fatto da un circolo Dem di Centocelle alla periferia di Roma, «perché - dice - è lì che stanno le mie radici». Adesso guarda alla creazione di un nuovo soggetto politico di sinistra con Pippo Civati, il quale, a sua volta, ha dato l’addio al partito prima delle elezioni regionali. Con loro c’è anche Sergio Cofferati.

Ma, sottolinea Fassina durante una conferenza stampa alla Camera, «non precostituiamo nulla, è un percorso aperto, è un avvio di percorso. L’obiettivo è un nuovo soggetto politico per costruire una sinistra di governo. Ma non cerchiamo soluzioni tattiche».
Da quando a gennaio aveva dato le dimissioni da viceministro all’Economia, per diversità di vedute tra lui e il premier, fino ad oggi c’è stata una escalation di dissidi: dall’ormai famoso «Fassina chi?», pronunciato da Matteo Renzi, fino alla riforma della scuola. Insomma, per l’ormai ex dem «non ci sono più le condizioni per rimanere nel Pd».

Con Fassina va via dal gruppo della Camera anche Monica Gregori. «Continueremo a essere in Parlamento con spirito positivo - sottolineano - e non passeremo all’opposizione».

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata senza dubbio la riforma della scuola: «Si è chiusa ogni possibilità di dialogo. È evidente che per noi la scuola rappresenta l’ultimo episodio di una vicenda che non abbiamo condiviso. Non abbiamo condiviso - elenca Fassina - il Jobs Act, perché siamo stati eletti su un programma che prevedeva esattamente l’opposto. Non abbiamo condiviso i passaggi sulla democrazia, la revisione del Senato, l’Italicum. C’è stato un indebolimento delle garanzie necessarie al funzionamento delle istituzioni».

Sulla possibilità di nuovi addii, anche al Senato, Fassina dice «i colleghi faranno le loro valutazioni. Ciascuno è arrivato a questa scelta in maniera sofferta. Tocci ha scritto parole molto forti. Il 4 faremo un’assemblea nazionale al Palladium a Garbatella e incontreremo chi ha creduto nel Pd. Ci saranno Civati e Pastorino, ex candidato alla presidenza della Liguria. Sarà una discussione tra coloro che si sono riconosciuti nel Pd ma che ora pensano che il Pd sia cambiato».

«Huston abbiamo un problema. Perdiamo voti e perdiamo pezzi. Pezzi pregiati. Oggi a lasciare il Pd sono stati Stefano e Monica. Due amici e compagni di strada per anni», commenta Gianni Cuperlo, leader di Sinistradem-Campo aperto.

«Voltare la testa dall’altra parte - continua - è solo un segno di fragilità. Liquidare l’abbandono di tanti, noti e meno noti, come bizze dei singoli è anche peggio. Qui non c’è nessuno che se ne va portandosi via il pallone. Qui c’è un partito che non è in grado di tenere unito il suo campo. Chiedo di ascoltarci, discutere, correggere.
Magari in uno sforzo di sincerità e non alle due del mattino come abbiamo fatto dopo l’ultimo voto. Perchè l’allarme c’è ed è suonato forte da tempo, Non ascoltarlo adesso può rivelarsi un errore non scusabile», conclude Cuperlo.

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