Nuovo ospedale di Trento, la Provincia non ci ripensa Dopo la gara bocciata, un altro bando entro un mese

di Domenico Sartori

Se qualcuno avesse avuto dubbi sulla volontà di proseguire con il progetto del Not, il Nuovo ospedale trentino in via Desert, a Trento sud, non ci sono solo le esternazioni del presidente Ugo Rossi a confermare la scelta. C'è anche, ora, l'acquisto, da parte della Provincia, della particella fondiaria 1637/2, di 1.666 metri quadrati. La giunta, nella seduta di lunedì scorso, ha autorizzato l'Apac-Servizio contratti e appalti a stipulare il relativo atto di acquisto, a trattativa privata.

L'area è limitrofa al nuovo Centro per la protonterapia ed appartiene a Daniela Paoli e Gianluca e Giacomo Bertoldi (eredi Bertoldi), quest'ultimo presidente di Orvea spa, il gruppo della grande distribuzione alimentare di cui lo scorso anno il gbocciataGruppo Poli è diventato azionista di maggioranza.

Per la vendita, incasseranno dalla Provincia 499.800,00 euro (300 euro al mq), cui si aggiungono, a carico dell'acquirente, 45.200,00 euro di oneri fiscali e contrattuali. Un acquisto programmato nel «Fondo di riserva Not», che rientra nel Piano per l'edilizia sanitaria approvato lo scorso dicembre, anche se il contratto preliminare risale, ricorda l'assessora alla salute Donata Borgonovo Re , ancora al 2011.

Si tratta di un lotto, in Prg destinato ad attrezzature pubbliche di uso pubblico, che alla Provincia serve per sistemare la viabilità interna di collegamento alle varie strutture ospedaliere (Centro protonterapia e futuro Not) e quella esterna di interesse comunale. Lì arriverà la bretella di raccordo con la rotatoria, quindi con la tangenziale.

Rossi aveva anticipato che una decisione sul nuovo bando per il Not, dopo che la precedente gara è stata bocciata dalla giustizia amministrativa in seguito ai ricorsi incrociati dei gruppi di impresa partecipanti, sarebbe stata presa entro gennaio. «Ci vorrà ancora un mese» ha spiegato ieri «prima dobbiamo ultimare la valutazione del quadro finanziario e l'interesse pubblico a modificare il bando. Dobbiamo essere certi su come intervenire, visto che si va a modificare il bando fatto».

A definire il possibile quadro finanziario è stata chiamata Cassa del Trentino spa, braccio finanziario della Provincia, che ha verificato la disponibilità della Bei, la Banca europea per gli investimenti.

Per il Not, dei 300 milioni messi in gara per la realizzarlo, 160 sono già stanziati a bilancio della Provincia.

Il resto, secondo il bando originario, se lo dovrebbero accollare i privati che realizzano l'investimento con la finanza di progetto (project financing ).

Vero è che, con gli scenari dei tassi profondamente mutati rispetto a qualche anno fa, accedere oggi al finanziamento Bei sarebbe di gran lunga più vantaggioso del ricorso alla finanza di progetto. Ma a fronte di un indubbio vantaggio sul piano finanziario, la scelta dell'appalto tradizionale diretto, finanziato dalla Bei, comporterebbe, oltre che un aumento dell'indebitamento a bilancio, l'assunzione diretta in capo alla Provincia di tutti gli elementi di rischio (su tempi di consegna, varianti e disponibilità del bene) che la finanza di progetto metterebbe teoricamente sulle spalle del privato.

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