Rossi agli scout: «Vorrei lasciare un Trentino migliore»

«Il mio sogno si rispecchia nella frase di Baden-Powell: anch’io vorrei dare un piccolo contributo, vorrei lasciare un Trentino migliore, dietro di me.
E poi, un giorno, vorrei anche potermelo godere un po’ di più, al di fuori degli impegni istituzionali». Il riferimento è a una tra le massime più note di sir Robert Baden-Powell, il fondatore - nel 1907 - dello scoutismo: «Cercate di lasciare il mondo in condizioni un pò migliori di come l’avete trovato» e a parlare è il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, intervistato da delle scout trentine, che avevano l’obiettivo di guadagnare punti in una competizione che stanno conducendo, che consiste nell’intervistare un vip, come hanno spiegato le stesse ragazze che hanno fatto l’intervista, nei giorni scorsi.
«I miei sogni di bambino? Erano - ha risposto il presidente due: venire a vivere in Trentino, perché i miei genitori si erano trasferiti a Milano. Tornavo qui per le vacanze, era la mia terra di origine, la trovavo bellissima e desideravo ardentemente viverci in pianta stabile. Un sogno realizzato, come vedete. L’altro sogno era fare il calciatore. Il mio mito era Gianni Rivera. Che disdetta, però: ero a casa con gli orecchioni quando si presentò occasione per poterlo incontrare».

«Sono entrato in politica - ha raccontato alle scout - nel 2001, per aiutare un amico. E poi da lì ho approfondito le mie conoscenze del settore e ho deciso di impegnarmi in un partito. È un’attività difficile nella misura in cui ci sono tante cose da affrontare, che mettono alla prova il proprio equilibrio. Le pressioni sono  molte. Ma arrivare fino a qui non è stato impossibile, e non ci volevo arrivare a tutti i costi. Volevo seguire con coerenza la mia strada e impegnarmi al massimo delle mie possibilità, questo sì. Cosa cambierei tornando indietro? Forse un pò più di coraggio nel fare scelte più radicali, con l’unione delle forze politiche che possono stare assieme».

Le ragazze poi gli hanno chiesto se gli piace il suo lavoro.
«Sì, anche se - ha risposto Rossi - richiede tanta fatica, tanto tempo e la piena consapevolezza che alcune decisioni possono scontentare qualcuno. Lo si deve fare pensando sempre di coltivare il bene della maggioranza dei cittadini. Da presidente l’orizzonte è più ampio rispetto ad assessore. Devi essere molto più presente all’esterno. Essere una figura pubblica».

Una domanda sullo scoutismo per chiudere, col regalo del fazzoletto scout, ricambiato dal presidente con una copia del libro «Il volo dell’Aquila», con il racconto a fumetti dell’Autonomia, e quello con cui Iris Bahia, studentessa trentina, ha vinto recentemente il premio Arge Alp. «Mi ha sempre affascinato - ha detto Rossi dello scoutismo -. Lo conosco poco, ma conosco alcune persone che sono state o continuano a essere scout, e sono persone con solidi valori. Soprattutto, e lo vedo anche con voi oggi, sono persone che sanno tradurre questi valori in una logica e un lavoro di squadra, di gruppo. Noi politici a volte dovremmo imparare da voi».

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