Renzi: «Nel 2015 più ritmo, avanti per cambiare l'Italia»

Dal traghetto in fiamme alle riforme, dal Quirinale all'Europa: è un Matteo Renzi a 360 gradi quello della conferenza stampa di fine anno, presso l'auletta dei gruppi parlamentari della Camera. «»

IL TRAGHETTO: «Sono stati rinvenuti altri 4 cadaveri rispetto a quanto accaduto ieri. Alla fine il computo delle vittime sale a cinque. A bordo del traghetto in fiamme nell’Adriatico c’è ora soltanto il comandante, che come tutti i comandanti seri è l’ultimo ad abbandonare la nave».

L'ITALIA: «Si è rimessa moto, ora la sfida nel 2015 è farla correre. C'è senso di preoccupazione, stanchezza, sfiducia nel Paese: non è solo un fatto economico, ma culturale, civile, sociale. Ma io sono sicuro ancor più di febbraio che non solo l'Italia ce la può fare ma che ce la farà senza ombra di dubbio».

CAMBIO DI RITMO: «Nel 2014 è cambiato il ritmo della politica. Il percorso di cambiamento è sotto gli occhi di tutti, ma a me non basta, a me interessa cambiare profondamente l'umore degli italiani. la parola del 2015 è la stessa del
2014: ritmo, dare il senso cambiamento e dell'urgenza, fare di tutto per far sì che l'Italia riprenda il suo ruolo nel mondo».

RIVOLUZIONE: «Nel 2014 è avvenuto un cambiamento che per me è una rivoluzione copernicana, per altri magari è molto meno: è cambiato il ritmo della politica. Il percorso di cambiamento che è partito e sta producendo risultati concreti è sotto gli occhi di tutti».

COME AL PACINO: «Mi sento come Al Pacino in "Ogni maledetta domenica". Ogni punto è importante ma la squadra è forte. Siamo il governo che ha fatto meno leggi e più riforme. I primi 100 giorni abbiamo fatto meno leggi di tutti eppure abbiamo toccato temi in profondità. Dopodiché tutto è ancora da fare. L'idea che uno si accontenti mi fa rabbia».

IL QUIRINALE: «Un presidente della Repubblica c'è, non manca di far sentire la propria voce e offrire il suo proprio autorevole contributo. Quando deciderà di lasciare avremmo il diritto di dire grazie, fino al quel momento ogni discussione è vana, dopo possiamo individuare un successore. Quando arriverà il momento saremo nelle condizioni di esprimere un nome del presidente della Repubblica intorno al quale si coaguli un nome della maggioranza. La legislatura dura fino al 2018. Ci sono i numeri per eleggere il presidente della Repubblica».

L'EUROPA: «Non sono per niente preoccupato delle sfide l'Italia ha davanti nel 2015, sono preoccupato del fatto che questo senso di cambiamento abbia bisogno di un grande cambiamento in Europa. L'Italia non può ripartire se non fa le riforme strutturali, ma da sole non bastano.  Senza riforme l'Italia è spacciata, c'è bisogno di un cambio di paradigma a livello europeo».

EUROSCETTICI: «Se non cambiamo paradigma economico in Europa, il partito degli euroscettici non solo crescerà ma rischierà di prendersi interi Paesi di grande tradizione e importanza. Chi vuol bene all'Europa dice che l'Europa deve cambiare».

IL PIANO JUNKER: «Il piano Junker è un primo passo ma non è certo sufficiente».

JOBS ACT:  «In Consiglio dei ministri ho proposto io di togliere la norma sui dipendenti pubblici perché non aveva senso inserirla in un provvedimento che parla di altro. Il Jobs act non si occupa di disciplinare i rapporti del pubblico impiego».

REFERENDUM: «Il referendum sul Jobs Act? Se ci sarà, faremo il referendum. I decreti non hanno avuto la firma e già si parla di referendum. Mi appassiona.... Faremo prima il referendum sulla Costituzione, sul titolo V, sul Senato e sull'abolizione del Cnel».

IL PUBBLICO IMPIEGO: «Io penso che il sistema di pubblico impiego vada cambiato e non necessariamente per applicare ciò che abbiamo fatto per il privato. Questo argomento prenderà febbraio o marzo».

I FANNULLONI: «Le regole del pubblico impiego le riprenderemo nel ddl Madia. La mia idea è che chi sbaglia nel Pubblico paghi. Per chi non lavora bene perché non è messo in condizione di farlo, la responsabilità va attribuita ai dirigenti. Ma per i cosiddetti fannulloni va messa la condizione di mandarli a casa».

LA MAGISTRATURA: «Ho grande stima della magistratura, è seria, non interferisce con le vicende politiche, non c'è possibilità per una classe politica che faccia il proprio mestiere di essere condizionata da qualsivoglia intervento esterno. Non ne vedo, sono certo che l'elezione del presidente non risentirà di questo».

MUNICIPALIZZATE: «l tema delle partecipate è ancora un tema del governo, non c'è alcun progetto Cottarelli per la riduzione, ma un obiettivo Cottarelli condiviso. Il governo centrale non è stato serio in questi anni, ha cambiato le norme ogni tre per due».

I MARÒ: «È una vicenda molto seria molto difficile per ciò che è accaduto in passato, su cui ognuno di noi si tiene il suo giudizio: oggi questione aperta con un paese come India, amico,alleata dell'Italia che nelle ultime ore ha aperto un canale  di confronto diretto anche con dichiarazioni che abbiamo apprezzato».

ARROGANTE: «Meglio essere giudicati arroganti che disertori. Qua la sfida è cambiare l'Italia. Io vado avanti, penso sia giusto cambiare questo paese».

I GUFI: «Il gufo non è colui che parla male del governo. È assolutamente legittimo, talvolta capita anche a me, il gufo è colui che non crede che Italia abbia un futuro, il gufo non è quello che nega la realtà, ma quello che nega la possibilità all'Italia di farcela. i gufi
sono gli stessi che prima delle Europee dicevano "Grillo ti sta davantI", con i gufi ho un rapporto di amicizia ormai».

NIENTE ALIBI: «Se ce la facciamo ha vinto l'Italia se non ce la facciamo è colpa mia, no alibi. Se sbagliamo è colpa mia».

ANTIQUATI: «La lettura che la società sia il mondo delle categorie, come i sindacati e Confindustria, è fuorviante, andava bene trent'anni fa».

TWITTER: «La sintesi su Twitter la faccio per parlare in modo concreto agli italiani».

MODELLO GERMANIA: «Noi seguiamo le situazioni della Grecia, ma mi sento di escludere l'effetto contagio tra l'Italia e la Grecia. Il nostro obiettivo deve essere la similitudine con la Germania, noi oggi abbiamo fatto una riforma del lavoro più flessibile di quella della Germania. Il nostro modello è la Germania per fare meglio».

SOLDI AI PARTITI: «La legge sul finanziamento pubblico ai partiti va bene, non la cambiamo».

LEGGE ELETTORALE: «Proponiamo una legge elettorale molto seria, molto tranquilla, chi arriva prima vince e governa per cinque anni. È un Mattarellum con preferenze con un candidato dei collegi riconoscibile».

MAFIA CAPITALE: «Chi ruba ruba e va messo in galera, altrimenti siamo tutti uguali. Rinnovo il mio appello per chi deve giudicare, lo faccia il più velocemente possibile, gli italiani hanno diritto a sapere se uno colpevole o meno».

 

 

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