Rossi pubblica in Fb il selfie con i vicini rom: valanga di commenti razzisti

«Vi presento i miei vicini». È domenica pomeriggio, quando il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, abbigliamento informale e sorriso rilassato, posta su Facebook una foto che lo ritrae con la famiglia rom sua vicina di casa, in una zona residenziale a due passi dal centro storico di Firenze.

«Siamo sul marciapiede davanti alle nostre case», spiega Rossi che poi indica per nome uno a uno i componenti: «A sinistra Cassandra, Andra, Verdiata e Francesco con in braccio la piccola Narcisa. Accanto a me - spiega meticolosamente - a sinistra Robert, il papà di Narcisa, e Dragos a destra, suo cugino. Papina, Papusa in ginocchio e Nadia in piedi, la mamma di Narcisa. L’ultima a destra è Dana, la moglie di Dano che ride dietro l’obiettivo e scatta questa bella foto».

Non passa molto tempo che si scatena il delirio sul Web.
Centinaia le condivisioni e i «mi piace» di assenso al post (più di 3 mila), altrettanti i commenti (oltre 4 mila) ma non sempre entusiasti, anzi spesso critici, a volte crudi e dal tenore razzista «Si vergogni», «Attento, che non ti portino via il portafogli», «Voglio il selfie quando se li ritroverà in camera da letto entrati dalla finestra alle 3 di notte», tanto per citarne solo alcuni.

Una catena che induce Rossi, alcune ore dopo, ad un nuovo post contro quella che definisce «una sequenza di commenti in gran parte impregnati di odio razziale».
Invita Facebook Italia a sostenere la campagna messa in atto dal Parlamento europeo «No Hate Speech Movement». «L’uso dei social media non può essere limitato in alcun modo ma quando il discorso pubblico diventa sfogo violento e irrazionale occorre alzare il livello della discussione», osserva il governatore.

Da caso mediatico, la foto di Rossi su Facebook si trasforma presto anche in polemica politica: commenti che alimentano un tema primario del marketing del consenso arrivano dal leader leghista Matteo Salvini («dimmi con chi vai e ti dirò chi sei») e da Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia («solo a loro le sue attenzioni»), Maurizio Gasparri di Forza Italia («si faccia selfie in zone degrado») e un altro noto esponente del Carroccio Calderoli («autogol clamoroso»), fino al coordinatore regionale di Fi Massimo Parisi («per lui i toscani non sono priorità»).

La famiglia rom ai cronisti dice che nessuno di loro sapeva che il loro vicino di casa «fosse il presidente della Regione Toscana», è «una brava persona, ci salutiamo sempre e ci chiede dei bambini».
In quella casa i Dragovic ci vivono grazie alla Rete per l’ospitalità nel mondo, animata dai magistrati Luciana Breggia e Marco Bouchard. Hanno scelto di pagare di tasca propria, con autofinanziamento, senza alcun contributo pubblico, l’affitto della famiglia rom, in cambio - spiega la dottoressa Breggia - gli uomini hanno trovato un lavoro, sebbene saltuario e i bambini vanno regolarmente a scuola. «Questi erano i nostri patti e li stanno rispettando«, spiega.

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