Italia / Il caso

Chiuse le nuove indagini sulla sparatoria in cui furono uccisi il carabiniere D'Alfonso e la br trentina Mara Cagol

La procura di Torino ha riaperto il caso dopo l'esposto del figlio del militare che perse la vita nel tragico episodio alla Cascina Spiotta (Alessandria), il 5 giugno 1975, in occasione della liberazione di Vittorino Vallarino Gancia, imprenditore vinicolo che era stato rapito il giorno precedente

LA STORIA  Clamorosa svolta nelle indagini: riaperto il caso di Mara Cagol
BLOG Gli ultimi istanti di Mara Cagol e le domande senza risposta

Giustizia / Il caso

L’ex br Azzolini indagato per la morte del carabiniere D’Alfonso. Nella sparatoria fu uccisa anche la trentina Mara Cagol

La Procura torinese gli avrebbe notificato un avviso di garanzia per l'omicidio del militare nello scontro a fuoco del 5 giugno 1975 a Cascina Spiotta seguito al rapimento di Vittorio Vallarino Gancia

INCHIESTA Clamorosa svolta nelle indagini: riaperto il caso di Mara Cagol
STORIA Gli ultimi istanti di Mara Cagol e le tante domande senza risposta

Giustizia / Il caso

I terroristi rifugiati in Francia, Gemma Calabresi: «Offesa dalla sentenza della Corte parigina»

La vedova del commissario ucciso a Milano nel 1972 ha incontrato gli studenti dell'Istituto Arcivescovile di Trento pochi giorni dopo la sentenza della Cassazione francese che conferma il rifiuto dell'estradizione di dieci ex militanti condannati in Italia

IL CASO La Francia nega l'estradizione in Italia di dieci terroristi condannati

Terrorismo / Il caso

Francia, rilasciati in libertà vigilata i nove ex terroristi italiani: ora le decisioni sull'estradizione

Dall'obbligo di firma a quello di essere presenti in casa in certi orari: il giudice ha stabilito le condizioni di sorveglianza in attesa delle udienze. Poi, forse, si aprirà il capitolo dell'esecuzione delle pene in Italia, Benedetta Tobagi, figlia del giornalista assassinato: "Si chiude un cerchio e ora riflettiamo però sul senso del carcere decenni dopo i delitti commessi"

Omicidio Moro: «Due 007 per proteggere le Br»

Non erano brigatisti, i due motociclisti che il 16 marzo 1978, in via Fani a Roma, spararono quella che sembrò una raffica di mitra contro un ingegnere che stava imboccando la via dove, pochi minuti dopo, le Br avrebbero ucciso la scorta di Aldo Moro e rapito il presidente della Dc, nel giorno in cui stava per nascere il governo del compromesso storico col Pci di Enrico Berlinguer. Erano uomini del Sismi, ossia dei servizi segreti, ed erano lì per coprire i brigatisti e agevolare la loro azione