Valsugana / Il caso

Caldonazzo, "possibili cedimenti": dopo una demolizione evacuate due famiglie

Due case fortemente danneggiate e considerate a rischio crollo in via della Villa, nel centro del paese. Il Comune, su indicazione dei vigili del fuoco ha emesso un'ordinaza per allontanare i due nuclei dalle proprie abitazioni. Un proprietario da mesi fuori casa: «Danni ingenti al mio alloggio, si sono aperti i muri all'interno, con evidenti fessurazioni larghe diversi centimetri»

di Luigi Oss Papot

CALDONAZZO. Due famiglie sgomberate, compresa una persona anziana, due case fortemente danneggiate e a rischio crollo: questo il bilancio di un cantiere nel centro di Caldonazzo in via della Villa, non di un evento calamitoso.

Un'ordinanza della sindaca Elisabetta Wolf, emessa su indicazione dei periti del Corpo permanente dei vigili del fuoco di Trento, ha infatti costretto due nuclei familiari a lasciare le proprie abitazioni a fronte, si legge testualmente «della possibilità di cedimenti improvvisi delle murature perimetrali».

Andando con ordine: nel centro storico del paese e nella fattispecie in via della Villa, le tre abitazioni in oggetto erano costruite una adiacente all'altra.

A fine agosto dello scorso anno, per la durata di circa un mese e mezzo, è stata completamente demolita, rispetto alla via, la porzione più interna del lungo caseggiato, al fine di realizzare un nuovo complesso immobiliare. La mancanza del volume di questa porzione di abitazione pare abbia innescato tutte le problematiche in essere.

Il verbale redatto dai vigili del fuoco, scritto a seguito del sopralluogo del 6 febbraio scorso, pare eloquente: «Il cantiere - si legge - ha visto nei mesi scorsi la demolizione completa dei volumi in essere, interrati inclusi, andando a minare la stabilità della porzione limitrofa realizzata presumibilmente in diverse epoche e a più riprese. In particolare, il muro in pietra e calce, costruito con la tecnica del "muro a secco", mostra evidenti segni di cedimento verso il basso e spanciamenti verso l'esterno, con degli scollamenti nelle zone d'angolo».

Da ottobre scorso, mese in cui sono emersi i danni, il proprietario dell'immobile maggiormente danneggiato ha lasciato l'abitazione, anche in considerazione di una perizia di un ingegnere, contattato privatamente, che ha dichiarato la casa inagibile.

«I lavori di demolizione - racconta il proprietario da mesi fuori casa - hanno causato danni ingenti al mio alloggio: in buona sostanza si sono aperti i muri all'interno, con evidenti fessurazioni larghe diversi centimetri. Oltre ad andarmene per motivi di sicurezza, ho provveduto a formalizzare già lo scorso autunno, sia ai proprietari del vicino cantiere, che al Comune di Caldonazzo, lo stato della mia abitazione e gli ingenti danni recati alla stessa.

Nelle settimane successive, i tecnici da me incaricati e quelli del vicino cantiere, avevano anche raggiunto e formalizzato un accordo nel quale si prevedeva la stesura di un progetto di messa in sicurezza delle abitazioni danneggiate.

Purtroppo però i committenti del vicino cantiere hanno osteggiato la conclusione di tale progetto di messa in sicurezza delle case danneggiate, proseguendo per contro con le loro lavorazioni nel cantiere stesso. Tant'è che i danni nel mio e negli altri alloggi, sono aumentati».

La scorsa settimana, dunque, la decisione di rivolgersi ai vigili del fuoco: dapprima quelli volontari di Caldonazzo che, come detto, hanno allertato i permanenti di Trento. Con i periti di questi è intervenuto anche l'Uopsal, l'Unità operativa prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro. Di qui l'ordinanza di sgombero del Comune.

«Di fatto - conclude il proprietario - viene impedito a me, alla mia famiglia e ad una persona anziana, ossia all'inquilina di un altro alloggio danneggiato e a rischio crollo, di poter stare nelle nostre case». La signora, nei primi giorni, è stata temporaneamente ospitata in un albergo, mentre ora alloggia in un appartamento provvisorio.

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