Salute / Il caso

Primiero, i disagi per i "migranti della sanità"

Assistiti sia in trentino sia in Veneto, sono obbligati a spostarsi fino all'ospedale di Borgo Valsugana per visite specialistiche, a Feltre per altri servizi o ad Agordo per ottenere in tempi ragionevoli un certificato di idoneità sportiva . La denuncia del consigliere provinciale Filippo Degasperi in una interrogazione

di Manuela Crepaz

PRIMIERO. Il Primiero si conferma la periferia extraterritoriale del Trentino in fatto di sanità. La denuncia arriva da Filippo Degasperi, esponente del gruppo consiliare di Onda Civica che, in una lunga ed articolata interrogazione alla giunta provinciale, sottolinea che «la gestione della sanità a Primiero fa acqua da tutte le parti e le cause sono da ricercare in anni di carenze e mancate risposte politiche», rendendo i Primierotti dei "migranti della sanità", obbligati a spostarsi fino all'ospedale di Borgo per visite specialistiche che dovrebbero essere garantite a Primiero o spostarsi fino ad Agordo (Belluno) o altrove per ottenere in tempi ragionevoli un certificato di idoneità sportiva. Fossero solo questi i problemi.

Come già Degasperi denunciava nel 2018, il sistema informatico della Pat non ha ancora accesso ai referti della Regione Veneto delle analisi e degli esami diagnostici o visite specialistiche dei loro pazienti.

Strano, perché la convenzione tra Pat e Regione Veneto stabilisce che «le parti confermano le modalità tecniche e operative individuate e condivise che consentono la visibilità, presso le strutture dell'Apss e ai medici di medicina generale del Primiero, dei referti delle attività di degenza e di specialistica erogate presso l'ospedale di Feltre".

Tutto questo mentre la bellunese Ulss 1 Dolomiti addebita ticket non dovuti: «Per assurdo -, scrive Degasperi - un certificato di maternità stilato in ospedale a Feltre è gratuito, mentre, se richiesto allo stesso ginecologo presso il Poliambulatorio di Primiero, costa 35 euro».

Un altro problema riscontrato in questi anni è "la classificazione delle esenzioni al ticket fra i due sistemi sanitari: o le casse di pagamento ticket della Regione Veneto non vedono/non applicano le esenzioni ai ticket dei residenti di Primiero, o le categorie di esenzione sono diverse/non vengono comunicate da Trento.

Ne consegue che moltissimi pazienti sono costretti a pagare prestazioni non dovute, ignari della mancata applicazione dell'esenzione".

Insomma, Regione Veneto e Pat sono su pianeti diversi e a farne le spese sono i primierotti, come quando, durante la pandemia, era impossibile conoscere - anche i sindaci lo lamentavano - i numeri reali dei positivi al Covid19, i ricoveri ospedalieri e anche i decessi. I giornalisti, pure de l'Adige, sempre lì a chiedere i dati corretti, ma la risposta era sempre vaga.

Il dialogo tra casa Fugatti e casa Zaia non funzionava neppure nell'emergenza e Degasperi pronto a rilevarlo. 

Fosse finita qui. Degasperi continua a girare il coltello nella piaga: "Risulta che da mesi la gestione del poliambulatorio di Primiero (foto) sia affidata ad un'infermiera.

Senza nulla togliere a quest'ultima, si avverte la mancata presenza di un medico-coordinatore".E ancora: "Per quanto riguarda le vaccinazioni per il Covid, risulta che queste vengono eseguite presso la Lisiera di Tonadico da 2/4 medici volontari, solo per mezza giornata perché l'infermiera che se ne occupa ha un contratto part-time".

Insomma, «Primiero da anni assiste ad un costante impoverimento della sua struttura sanitaria. La pandemia dovrebbe aver evidenziato la necessità di incrementare la medicina territoriale ma come sempre tutto si è fermato ai proclami».Vedremo se tutta la serie di domande in merito alle varie questioni poste da Degasperi troveranno risposta e, soprattutto, in che tempi.

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