Valsugana / L'operazione

Furti nei negozi di elettronica: i carabinieri arrestano 4 persone

Sotto accusa quattro cittadini georgiani, domiciliati in Alto Adige, per tre "colpi" avvenuti in esercizi commerciali di Levico Terme, Borgo e Pergine Valsugana

TRENTO. Sono accusati di furti messi a segno in tre negozi di elettrodomestici in Valsugana quattro cittadini georgiani arrestati dai carabinieri della stazione di Levico Terme, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Trento.

Gli arrestati sono persone di età compresa tra i 24 e i 32 anni, "accomunate - spiega una nota dei carabinieri - da precedenti specifici per furti di materiale elettronico".

L'autorità giudiziaria reputa i quattro "responsabili di tre furti, commessi in sequenza il 24 ottobre scorso, ai danni di altrettanti negozi di elettronica in Levico Terme, Borgo e Pergine Valsugana, in pieno giorno e con il medesimo modus operandi".

Secondo la ricostruzione fornita dai carabinieri, i quattro "in poco più di un’ora, erano riusciti a sottrarre diversa merce dalle vetrine dei negozi, aprendole con un grimaldello universale, mentre uno di loro si prodigava nel distrarre i commessi".

La refurtiva, del valore complessivo di oltre 3.000 euro, era composta da pc, smartphone, tablet, smartwatch e micro-camere.

"Attraverso l’analisi delle riprese di video-sorveglianza, gli accertamenti sui mezzi in transito e utilizzati per spostarsi nonché con il confronto dei soggetti schedati per reati specifici, i carabinieri di Levico hanno ricostruito e collegato i tre furti, risalendo all’identità dei quattro, tutti domiciliati in Alto Adige.

Tre di loro sono stati raggiunti dal provvedimento restrittivo presso le case circondariali di Bologna e Livorno, ove sono già detenuti per altra causa, mentre il quarto, già ai domiciliari, è stato associato al carcere di Bolzano".

I quattro dovranno rispondere, spiegano ancora i carabinieri nella nota stampa, del reato di furto aggravato in concorso, con possibili pene fino a 6 anni di reclusione e 1.500 euro di multa.

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