Colle San Biagio, in consiglio le firme raccolte

di Valentina Fruet

Si parlerà ancora di Colle San Biagio al prossimo consiglio comunale di Levico, il primo del 2018. Tra i pochi punti previsti all’ordine del giorno i consiglieri avranno un bel da fare a trattare il Dup (documento unico di programmazione) per gli anni 2018-2020 e approvare il bilancio di previsione triennale che copre gli stessi anni, dove inserire le maggiori opere e spese previste per l’anno in corso e i successivi. 
 
Altri due punti dell’ordine del giorno saranno invece dedicati alla trattazione di due petizioni popolari: una avente per oggetto la netta opposizione alle misure coercitive per imporre le vaccinazioni e la seconda riguardante le opere e il progetto previsto su Colle San Biagio dall’omonima società agricola. Tale raccolta firme era stata presentata poco prima dell’approvazione in aula del progetto da parte del consiglio comunale con il voto favorevole di 12 consiglieri, 1 astenuto e 3 contrari durante l’ultima seduta dell’anno il 21 dicembre dopo una lunga discussione che aveva visto una grande partecipazione di cittadini per assistere alla presentazione dell’accordo tra Comune e Azienda agricola nella sua versione definitiva che non era mai stata illustrata alla cittadinanza dopo le modifiche apportate per rispettare i vincoli posti dai competenti uffici provinciali. 
 
Tuttavia in quell’occasione non erano state trattate né prese in considerazione le più di 90 firme che le proponenti Carmela Dietre e Rosetta Magnago hanno raccolto in poco meno di due giorni. I firmatari chiedevano a Comune e Provincia che «sulle aree della località San Biagio di Levico Terme venga posto un generale vincolo al mantenimento dell’attutale stato dell’arte naturale, eventualmente da ripristinare e che venga impedita qualsiasi nuova realizzazione di attività commerciali con un definitivo “no” alle proposte di accordo urbanistico pubblico-privato.
 
Previsto o non previsto dalla legge» diceva il testo recapitato a consiglieri e giunta «la valutazione del progetto doveva essere fatta dopo aver consultato i cittadini; non è stata invece effettuata nessuna condivisione con la popolazione da parte dell’amministrazione comunale. La località deve rimanere una zona non urbanizzata e la natura con le sue specie arboree particolari deve essere mantenuta immutata per garantire quel clima di semplicità e naturalezza che un ristorante e altre attività comprometterebbero per sempre». 
 
A votazione avvenuta le promotrici della raccolta avevano espresso tramite una lettera aperta (L’Adige, 4 gennaio) il loro disappunto specificando che «in due soli giorni noi abbiamo raccolto 90 firme che pur regolarmente depositate, non sono state tenute in considerazione»: domani la petizione vedrà la necessaria trattazione e discussione.

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