Mamma e papà a cena all'asilo invitati dai loro piccoli figli

di Manuela Crepaz

Otto seggioline, otto piattini, otto bicchierini, otto segnaposto natalizi… sembra la rivisitazione della storia di Biancaneve e i sette nani, quando lei, scappata nel bosco, vede la casetta dei nanetti ed entra trovando la piccola tavola apparecchiata. Ed è un po’ così: si sono infatti trovate protagoniste di una bella storia le mamme degli asilotti della scuola dell’infanzia di Transacqua.

Nei giorni scorsi, i bambini hanno voluto mostrar loro che sanno fare i grandi e prendersi cura di loro, invitandole a cena con i papà dove ogni giorno, seguendo la routine del pasto, imparano ad essere autonomi e responsabili. Le hanno «servite e riverite» con tanti abbracci di benvenuto per antipasto, una profusione di sorrisi tutto pasto e canti più o meno natalizi – si andava da Jingle Bells fino a Occidentali’s Karma - per dessert. E si sono preparati per l’occasione: tutti elegantissimi e con fare attento e orgoglioso hanno scelto i posti e assunto i propri ruoli: chi faceva il cameriere, chi portava l’acqua, chi sparecchiava. 

Hanno portato una fresca insalatina come entrée, un farro risottato con crema di verdure cotto al punto giusto, un tris di polpette: ai piselli, al tonno e alla quinoa con croccante di sesamo con contorno di fortificanti spinaci. Poi, hanno portato il bis e spreparato. Infine, si sono messi tutti in fila per prendere il piatto del dolce: una famiglia biscottata (tre biscotti a forma di mom, dad, me perché si parla pure l’inglese), palline festose, cannoli alla crema e spiedini di frutta fresca.
Ecco, la morale della favola è una: il Natale non è solo assistere, ma condividere e creare comunità. I genitori non sono stati solo spettatori come alle classiche recite natalizie, ma hanno gustato l’emozione – non senza un certo imbarazzo all’inizio - di calarsi assieme ad altre famiglie nel piccolo mondo dell’infanzia, sperimentando – è meglio che sentirselo raccontare – quello che i pargoli fanno a scuola.
Ma cosa c’è dietro tutto questo? Una scuola che crede nelle capacità dei bambini, dà loro fiducia e li accompagna nel riconoscere e sviluppare i loro infiniti talenti, grazie alla sinergia tra le maestre, la cuoca, il personale d’appoggio e la condivisione dell’ente e del comitato di gestione. E genitori partecipi. 

L’idea della cena – chiamarla natalizia non piace alla cuoca, perché se così fosse stato, non avrebbe proposto il sano menu settimanale, ma avrebbe optato per le classiche lasagne e le patatine fritte… - ha mostrato ai genitori come il momento del pasto sia un’attività didattica arricchente: apparecchiare è per i bimbi una funzione matematica, devono contare i piatti, le posate, i bicchieri poi divederli sui tavoli; serve poi attenzione nel preparare e spreparare e il menu è l’occasione per predisporre il loro palato a gusti e consistenze sempre nuove.
Non a caso, i prossimi appuntamenti prevedono approfondimenti con la cuoca e il dietista sul perché di certe scelte alimentari. Il tutto in un’atmosfera di convivialità. Perché ciò che guida l’insegnamento è il divertimento.

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