La Famiglia Cooperativa del Vanoi sta meditando l'uscita dal Sait

Dopo le defezioni delle Giudicarie, Carisolo, Pelugo e Cavedine, nel 2017 a lasciare il Sait potrebbe essere un’altra Famiglia cooperativa: quella del Vanoi. L’assemblea con un unico punto all’ordine del giorno (relativo proprio all’uscita dal Sait) si svolgerà venerdì 22 dicembre. E per il il consorzio di secondo grado delle cooperative di consumo, creato nel 1899 da Emanuele Lanzerotti, si prospetta un altro piccolo ma significativo colpo.
La Famiglia cooperative del Vanoi, nata a metà 2016 dalla fusione delle due realtà di Caoria e Vanoi, ha infatti un fatturato che si aggira su 1,6 milioni (dati 2016) e un patrimonio di circa 665mila euro: quattro sono i punti vendita a Canal S. Bovo (nella foto), Caoria, Lausen e Prade. Con i suoi 513 soci e gli 11 dipendenti, la Famiglia «presidia» la valle, svolgendo un ruolo importantissimo per i residenti e i turisti. 
Ma è chiaro che i numeri sono quelli che sono e, come la fusione nel 2016 fu decisa «per razionalizzare i costi e costruire una realtà in grado di proseguire l’attività con maggior forza e convinzione», come venne spiegato, ora l’uscita dal Sait si prospetta come una operazione di necessità. 
La presidente Manuela Gobber non vuole anticipare al momento le motivazioni che hanno spinto il Cda a chiedere ai soci il via libera verso questo passo importante, ma dice: «Dobbiamo sopravvivere». 
Per «sopravvivere», nell’ultimo anno sono uscite da Sait e hanno aderito a Dao le Famiglie coop Giudicarie, Carisolo, Pelugo e ora Cavedine: In tutto quasi 14 milioni di fatturato al dettaglio, cui si aggiungerebbe l’1,6 milioni del Vanoi. Come fornitore, Sait ha finora perso circa 7 milioni, che si rifletteranno sui ricavi 2017. Ricavi che sconteranno sicuramente anche la chiusura - che ormai sta per compiere un anno - del supermercato principale della Famiglia cooperativa di Primiero, costretta a operare solo con negozi secondari. Ma su questo fronte, al momento, nulla si muove: il Piano di lottizzazione per mettere in regola l’immobile ex Ingros (tuttora privo di licenze) non è ancora stato depositato in municipio, a Fiera di Primiero.

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