Vetriolo, spunti per ripartire

di Valentina Fruet

Spesso si è parlato della scarsa valorizzazione del versante di Vetriolo facendo un confronto con gli anni d’oro del turismo della località levicense, a metà del secolo scorso fiorente di attività, alberghi, posti letto e un grande afflusso di turismo invernale ed estivo che, ai tempi, la metteva in competizione con località che oggi detengono il primato in regione come Madonna di Campiglio.

Ma è inutile piangere sui fantasmi del passato: quali sono le strategie attuabili, non ipotesi bellissime e fantasiose, per il tanto agognato «rilancio» di Vetriolo? Alcuni anni fa sembrava fosse sul punto di concretizzarsi, grazie ad un accordo pubblico-privato, con la realizzazione di alcuni piccoli chalet là dove sorgono gli scheletri dei grandiosi alberghi, progetto che però al momento è in parte arenato e «non è una novità che ormai per fare investimenti la Provincia agisca in accordo e in sintonia con privati e società, per assicurarsi che quanto fatto cresca e perduri nel tempo» ha spiegato il consigliere provinciale Gianpiero Passamani, già sindaco di Levico che ha particolarmente a cuore lo sviluppo e la ripresa turistica della zona.

Anche i progetti degli anni passati per eventuali collegamenti funiviari si sono bloccati e Vetriolo è tale e quale a vent’anni fa. «In chiave estiva sarebbe determinante la ripresa e per realizzarla ci sono tre canali sui quali Provincia, Comune e Comunità di Valle stanno spingendo: le Terme, la Panarotta e la pista di decollo per i parapendio».

Apprezzatissima dagli sportivi del Nord Europa la rampa di lancio rende la zona interessante per gli appassionati di questo sport e per quanto riguarda il lato estivo della Panarotta la Comunità di Valle sta lavorando per migliorare i collegamenti stradali e sentieristici con il Lagorai, la valle dei Mocheni e la Valsugana, in modo da fare di Vetriolo «il punto di snodo che permetta di vendere la montagna anche d’estate».

E per quanto riguarda le Terme? «Si tratta dello stabilimento termale più alto di tutta Europa, e per questo va valorizzato; al momento è un po’ sacrificato con solo un mese l’anno di apertura ma nel prossimo futuro ci saranno delle novità. Siamo vicini alla data di scadenza del contratto attuale di gestione e la società Levico Fin ha già presentato un Project Financing che ha delle idee anche per Vetriolo».

Il bando di gestione sarà trentennale e questo darà la possibilità di programmare interventi a lungo termine sullo stabilimento che al momento è «una cattedrale nel deserto» ha detto la presidente di Levico Fin Donatella Bommassar.

«L’offerta è la stessa che proponiamo a Levico, meno i fanghi, e di conseguenza si tratta di una scelta ambientale e di location dell’ospite: a Vetriolo, che detiene il primato europeo per i 1.600 metri di altitudine, c’è sicuramente un ambiente più tranquillo e l’aria è più pulita libera dagli acari della polvere e aiuta chi ha particolari problemi alle vie respiratorie; le presenze sono sempre stabili ma meno di un decimo di quelle dello stabilimento di Levico».

Il «problema» delle poche presenze non è l’offerta in sé, ma «la mancanza di posti letto: attualmente c’è un solo albergo, qualche baita e pochi appartamenti e lo sviluppo di Vetriolo è legato ad una questione di presenze e abitanti. Senza questo le Terme, per quanto prestigiose, sono destinate all’oblio» ha concluso la presidente. È necessaria una programmazione sapiente e ben strutturata che metta d’accordo privati, enti pubblici, esercenti e società per realizzare un progetto complessivo a lungo termine per la riqualificazione della zona, in modo che anche i privati siano spinti ad investire, sapendo che tutti credono nella rinascita di una località poliedrica.

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